Per il “Superiore Interesse dei Minori”, occorre un Organismo di Controllo su poteri Servizi Sociali

Mi spiace dover osservare che quando si chiedono chiarimenti, peraltro assolutamente legittimi, sul “sistema” dei Servizi Sociali e in particolare sulla Tutela Minori, pare divenire autoreferenziale.

Spiace anche, dover osservare che a distanza di mesi, che non v’è nessuna risposta dall’Ente delegante cui incombono delle precise responsabilità di vigilanza e controllo. Sembrerebbe addirittura che la non risposta presume – se non la malafede – la totale ignoranza in capo al tema trattato, la quale, ove anche fosse plausibile, non giustificherebbe chi deve rispondere ad approfittarsene.

Inutile dire che mi ritengo assolutamente insoddisfatto  dall’atteggiamento e del comportamento nei confronti di questo
gravissimo problema. E’ tangibile l’assenza di consapevolezza diffusa per cui la crisi di una famiglia o di uno dei suoi componenti, finisce inevitabilmente per ricadere nel medio periodo su tutta la comunità con effetti drammatici e devastanti.

Desidero per questo portare a conoscenza dell’opinione pubblica una delle problematiche sociali, che più di altre provocano ferite laceranti che rarissimamente si rimarginano e  su cui il Nuovo Circondario Imolese, non solo dovrebbe avere qualcosa da dire in merito, ma ha titolo per fare e cioè, per istituire i criteri di controllo sull’operato dei Servizi Sociali delegati all’Ausl.

Che la mia richiesta sia più che legittima, non lo dico io, ma, lo prevede la legge 328/2000 Capo II art 6 – Funzione dei Comuni – e legge
regionale 3/2003 titolo III art 33 – partecipazione dei cittadini e degli utenti al controllo della qualità e norme per la tutela degli utenti – art 36 – vigilanza sui servizi e sulle strutture -).

A questo proposito in data 15 Aprile 2011 presentai un Odg dal titolo: “Rivisitazione del Ruolo e dei Poteri dei Servizi Sociali”. Fu posto all’ordine del giorno nell’Assemblea di Settembre, ove, poiché il tema era piuttosto delicato, si convenne che meritava di essere affrontata in una apposita Commissione. Ringraziai per l’interessamento e ritirai l’Odg per ripresentarlo all’uopo.

Bene, dalla presentazione del mio Odg, all’inserimento nell’ordine del giorno dell’Assemblea (settembre), son passati 4 mesi, altri 3 ne sono passati da quella data ad oggi, e non se ne vede traccia.

Nel frattempo, la situazione relativa alle attività della Tutela Minori gestita dai Servizi Sociali in casi di sospensione della patria potestà, che deve essere affrontata con urgenza, in ogni ambito ed in ogni sede atta a trattare e approfondire il problema, come va affrontato con la massima celerità, il fondamentale ruolo dei Servizi Sociali – referente unico e vero e proprio braccio operativo del Tribunale dei Minori, dove i genitori non vengono ascoltati per prassi – che, oltre ad arrecare continui e laceranti dolori nei cittadini coinvolti, suscita non poche perplessità ed incomprensioni per quanto concerne la liceità, i modi, i tempi ed il merito di detti interventi, sull’interpretazione del Ruolo dei Servizi Sociali. Per questo, intendo portare di nuovo l’attenzione, chiedendo ulteriori dati e chiarimenti, poiché sistematicamente appare confuso e contradditorio, tanto da divenire a buon diritto, oggetto di pesanti critiche.

Le statistiche nazionali rivelano che l’80% delle sottrazioni di minori coatte ex art. 403 CC  viene operata con motivazioni di inidoneità
genitoriale”:
ove la famiglia, nella maggioranza dei casi, è totalmente impotente di fronte a questo “sistema” che, in caso di rifiuto da parte dei genitori, opera addirittura con l’ausilio della forza pubblica!

Occorre quindi prendere atto, che nessuna famiglia è potenzialmente al riparo dall’errore “scientifico”, dello psicologo, dello psichiatra e tantomeno dall’assistente sociale e, quando accade un evento simile, non esiste risarcimento che tenga: anche perché, quasi sempre non esiste neppure un “colpevole” da punire, e purtroppo, le famiglie spezzate, preferiscono rifugiarsi nel silenzio piuttosto che mettersi contro il “sistema”, speranzosi in una giustizia che non arriverà mai.

In tutti i casi a me noti- in questi mesi ho incontrato almeno un paio di genitori a settimana – lamentano di non venire ascoltati dai Servizi Sociali, ma soprattutto di subire “pressioni psicologiche”, condizione questa, che si manifesta nel momento in cui il genitore, chiede anche solo dei chiarimenti oppure, assume un atteggiamento “non gradito” al Servizio Sociale, o peggio ancora, se non si adegua alle richieste dello stesso.Occorre inoltre sottolineare, che la stragrande maggioranza dei genitori che sono entrati in contatto con i Servizi Sociali per ragioni inerenti la Tutela dei Minori non sono a conoscenza dell’esistenza della Carta dei Servizi, prevista dalla legge quadro 328/2000 e dalla L.R. 2/2003, che non dovrebbe, ma deve, essere portata a loro conoscenza.

Ancor meno nota ad essi, è l’esistenza del “Codice Deontologico dell’Assistente Sociale”, nonché quello dello Psicologo, codici che hanno il compito di sancire i limiti dell’azione degli appartenenti ai rispettivi Ordini ed indicare i referenti da interpellare in caso di obiezioni, reclami o proteste, ma purtroppo, i cittadini non sanno che esistono, e pare, che i Servizi Sociali se ne guardino bene, affinché questi sappiano.Vorrei aggiungere inoltre, che anche da
quelle famiglie in momentanea difficoltà, dove in base a dei “progetti” individuali o collettivi che siano, i figli vengono temporaneamente affidati ad altre famiglie, giunge la lamentela di genitori costretti ad accettare il progetto “imposto” e non un progetto “proposto” dai Servizi Sociali, in quanto, timorosi di contrariare il referente di turno e di subire peggiori conseguenze come appunto la sospensione della patria potestà e l’allontanamento coatto dei figli.

E’ infine sconcertante dover prendere atto, che quasi mai, i legali delle parti – che ben conoscono la materia – fanno emergere questo stato di cose, senza peraltro tentare minimamente di nascondere l’evidenza di non avere alcuna convenienza a farlo. Di fatto quindi, i genitori sono davanti ai Servizi Sociali, più che soli, abbandonati a se stessi.

Ora, alla luce di tutto ciò, credo che nessuno si possa vantare la soluzione a questo problema e tantomeno intendo farlo io, ma, al fine di tentare di risolverlo, occorre intraprendere un  percorso che porti verso la definizione di queste gravissime problematiche per il Superiore Interesse del Minore, della sua famiglia, dell’alto grado di civiltà e di democrazia della nostra società.

Ritengo quindi necessario ed indispensabile: rivedere e monitorare in maniera indipendente le procedure ed i protocolli di accertamento delle realtà famigliare da parte dei Servizi Sociali; tali procedure e protocolli dovranno prediligere aspetti oggettivi ed elementi fattuali; occorre fare in modo che i Servizi Sociali recuperino la loro missione e la loro neutralità, per essere davvero a fianco delle parti in causa, bisognose di aiuto.

E’ in questo senso che i Servizi Sociali non possono e non devono “indulgere nel piacere del potere” al fine di sostituirsi ai Giudici. Da essi non deve dipendere l’andamento dei giudizi e dei provvedimenti, in quanto spetta a loro gestire i provvedimenti del Tribunale dei Minori e non indurli o interpretarli in maniera discrezionale. Pertanto si chiede di conoscere, quanti sono i minori allontanati dalla famiglie nel 2008 2009 2010 e 2011 e quanti di questi minori siano stati allontanati con procedura d’urgenza; quanti i minori sono posti in affido etero famigliare senza privazione della patria potestà pari periodo; quale sia il costo della retta a carico della Amministrazione per ogni giorno di collocamento del minore in struttura protetta (si chiede pertanto a quanto ammonta il costo giornaliero della retta corrisposta per ogni singolo caso); chi gestisce le strutture protette (a questo proposito, occorre declinare le ragioni sociali e non le caratteristiche generali ricavabili dalla legge 328/2000 Capi I art.1 comma V – Principi generali e finalità-) dei soggetti gestori di strutture protette; a quanto ammonti lo stanziamento dell’Amministrazione per il tema in oggetto, pari periodo; se risultino e quante siano le segnalazioni di disagio nel rapporto genitori – Servizi Sociali, che ha ricevuto l’Assessorato competente; chi è attualmente il Tutore della nostra Ausl e quale sia la sua qualifica professionale.

Ritengo che occorre istituire nel più breve tempo possibile l’Osservatorio di Garanzia Indipendente sull’operato dei Servizi Sociali in quanto strumento previsto, non solo dalla già citate leggi 328/2000 (art 6 – “garantire ai cittadini i diritti di partecipazione al controllo di qualità dei servizi, secondo le modalità previste dagli statuti comunali “ ) e legge regionale 2/2003 (art 27 “…assicurare la partecipazione dei cittadini e degli utenti al controllo della qualità dei serviziart 29 “…indica, sulla base del Piano regionale, le forme e le modalità di partecipazione dei cittadini e degli utenti al controllo della qualità dei servizi” art 33La Regione e gli Enti locali assicurano la partecipazione dei cittadini e degli
utenti al controllo della qualità dei servizi, anche favorendo l’attività delle
associazioni di tutela degli utenti e delle organizzazioni sindacali.”
e art 36 “La vigilanza si esercita mediante richiesta di informazioni, ispezioni e controlli periodici sulle strutture e sui servizi, anche a seguito di eventuali segnalazioni.”).

Ma ancora di più dal buon senso e dalla esigenza di trasparenza di cui un servizio così delicato e che così pesantemente incide con la sua azione e con i suoi costi (diretti ed indiretti), sul tessuto sociale, deve rispondere. L’Assemblea del Nuovo Circondario Imolese non è la sede opportuna per sviscerare ogni singolo caso di conflitto tra l’utenza ed il Servizio Tutela Minori: ed è anche per questo che è necessario un organo apposito.

Se è vero che il Servizio Sociale agisce su mandato dell’Autorità Giudiziaria (e non solo, vedasi l’ art. 403 cc) non è vero che questo lo esime dal sottostare alle leggi dello Stato previste per il suo funzionamento ed a garanzia della correttezza dello stesso. In uno Stato Civile e Democratico non può né deve esistere un potere privo di controllo e questo “controllo”, per essere tale deve essere indipendente: in Democrazia il controllore non può coincidere con il controllato, ed il controllato, se in buona fede, non ha ragione di temere alcun controllo. L’Amministrazione infine, che ha delegato la funzione non può “dimenticarsene” e deve ottemperare a quanto richiesto non tanto dallo scrivente ma dalle normative.

E’ necessario svolgere un monitoraggio statistico (e reso pubblico) nel nostro territorio per valutare il grado di soddisfazione  degli utenti che hanno avuto contatti con il Servizio Sociale. E’ indispensabile controllare la professionalità, la competenza ed il carico di stress degli operatori addetti.

Inoltre, il Nuovo Circondario Imolese dovrebbe attuare con il Tribunale Ordinario un protocollo che istituisca la figura del Tutore Volontario (es:come esiste già nella Regione Veneto) sottraendo definitivamente questa funzione, con specifico ruolo di terziarietà rispetto ai genitori ed ai Servizi Sociali, al Servizio Sociale stesso, dove, attualmente,  il Tutore, capita che abbia in carico oltre 200 minori – ci chiediamo come può conoscere ogni singolo caso o come potrebbe mettere in discussione l’operato di un “collega” – viene nominato tra le sue file, inoltre, formando dei Cittadini a tale scopo, recuperando l’indipendenza del ruolo e la sua totale dedizione al Superiore Interesse dei Minori. Armando Manocchia Consigliere Indipendente Nuovo Circondario Imolese