Quando si parla della casta e dei costi della politica, si torna allo stipendio del deputato. L’indennità parlamentare, lo stipendio, varia da 4.755,73 euro e 5.246,97 euro netti al mese (a seconda di diversi contributi). E stiamo parlando di netto. A questi però si aggiungono una lunga lista di altre voci (dalla diaria, cioè la presenza in Aula, fino ai telefoni) che fanno lievitare lo stipendio fino a 14mila euro netti al mese.
A settembre c’è stata una decurtazione che i parlamentari si sono applicati visto lo stato dei conti italiani. Ma la base di partenza per chi di “professione” fa il deputato è comunque interessante: 5.246,97 euro netti al mese, che scendono a 5.007,36 per coloro i quali abbiano anche un’altra attività. I deputati che pensano anche alla famiglia e si pagano la quota di reversibilità dell’assegno vitalizio, vale a dire far avere la pensione al proprio coniuge, si vedono decurtare l’indennità netta a 4.995,34 euro (4.755,73 euro sempre per chi ha altra attività). Togliendoci poi le tasse locali, che mediamente incidono per 250 euro, abbiamo il mensile netto. Dà di più, chi ha di più: è previsto infatti una decurtazione del 10% e del 20% per quei deputati che dichiarano al fisco oltre 90mila euro lordi o 150 mila euro lordi l’anno.
La lunga lista dei rimborsi
Terminato il calcolo dello stipendio netto arriviamo al piatto forte, quello che fa alzare notevolmente l’asticella, i rimborsi.
Autostrade: gratis
Ferrovie: gratis
Traghetti: gratis
Voli nazionali: gratis
Trasferimento da casa o dal Parlamento verso l’aeroporto: 1.107,90 euro (se la residenza dista più di 100 km da uno scalo diventano 1.331,60 euro)
Spese telefoniche: 258,22 euro
Assistenza sanitaria a familiari: gratis
A questi si vanno ad aggiungere i 9.600 euro annui di assegno che vanno a formare la liquidazione. In totale si sfiorano i 14mila euro netti al mese.
I privilegi di presidenti, vice e questori alla Camera
Si può poi anche andare a dare un’occhiata a quello che succede ai piani alti. Il presidente della Camera, i quattro vice presidenti, i tre questori e anche i 14 presidenti delle commissioni permanenti hanno la loro auto blu con autista. In più un’indennità aggiuntiva che varia dagli 800 ai 5mila euro netti/mese. I “poveri” presidenti delle altre commissioni ai 28 vice presidenti delle permanenti si devono accontentare dell’indennità. Niente auto.
I senatori si trattano meglio
Le indennità e i rimborsi degli inquilini di Palazzo Madama sono addirittura migliori dei colleghi della Camera tanto che è molto più facile, con queste voci di stipendio, superare i 14mila euro netti al mese. Senza dimenticare che le tessere di viaggio gratuite valgono anche per i dieci anni successivi alla fine del mandato parlamentare.
Diamo un occhio ai colleghi stranieri
Non si può a questo punto fare una puntata oltre frontiera per vedere come stanno i colleghi stranieri dei nostri parlamentari. Va detto subito, con la giungla di rimborsi e indennità non è facile fare un confronto lineare ma si può affermare che, mentre gli italiani percepiscono una media di 11.700 euro netti al mese, in Europa la media è di 5.339 euro. Più nel dettaglio si scopre che i tedeschi prendono 7.009 euro, i francesi 6.892 euro, gli austriaci 8.882 euro, gli olandesi 7.177 euro. Solo per fare qualche esempio. Certo, non sarà falcidiando gli stipendi dei deputati e dei senatori che si sistemeranno i conti dello Stato, ma serve dare un segnale. Soprattutto di trasperenza. Magari partendo da una semplice constatazione: all’estero tutti i rimborsi vanno certificati con giustificativi, perché da noi no?