Immigrazione: Corte UE, no a carcere durante rimpatri

6 dic. – LUSSEMBURGO – No alla carcerazione degli immigrati clandestini durante la procedura di rimpatrio, ma si’ a norme nazionali che puniscono anche con la detenzione chi soggiorna irregolarmente in un Paese dell’Unione: e’ quanto ha stabilito oggi la Corte di giustizia Ue in una sentenza emessa su un caso che riguarda la Francia.

La Corte di giustizia europea e’ stata chiamata a pronunciarsi dalla Corte d’Appello di Parigi sul caso di un immigrato clandestino armeno che nel giugno di quest’anno e’ stato oggetto di un decreto di ”riaccompagnamento coattivo alla frontiera”, nonche’ di un provvedimento di detenzione per soggiorno irregolare.

I giudici europei – diversamente da quanto accaduto con la sentenza dello scorso aprile su un caso italiano, quando venne bocciata in toto la norma che ha introdotto il reato di clandestinita’ – hanno stabilito che la direttiva Ue sui rimpatri ”non vieta una normativa nazionale che qualifica il soggiorno irregolare di un cittadino extracomunitario alla stregua di reato e preveda sanzioni penali, compresa la reclusione”. Allo stesso tempo hanno pero’ anche deciso che una corretta applicazione della direttiva esclude che, nel corso della procedura di rimpatrio, l’immigrato clandestino venga incarcerato, poiche’ questa sanzione impedisce di fatto l’esecuzione del rimpatrio e quindi il raggiungimento del fine ultimo della stessa direttiva Ue.

Detto questo, una volta che tutti i passaggi previsti dalla direttiva siano stati compiuti e constatata l’inesistenza di un giustificato motivo che precluda al rimpatrio, afferma ancora la Corte nella sentenza odierna, nulla osta al fatto che, ”ai sensi delle norme nazionali e nel rispetto dei diritti fondamentali”, agli immigrati irregolari di Paesi terzi ”siano inflitte sanzioni penali”.

ansa