Nel nostro menù quotidiano dell’informazione il piatto forte è lo spread. Rischiamo di leggere questo dato in maniera distorta se lo riferiamo solo ai nostri pregi o difetti nella delicata materia del debito pubblico da finanziare. Il Bund è il nostro termine di paragone, ma non è un totem immutabile, incorruttibile, inamovibile; neanche fosse il “metro campione”(di platino-iridio) conservato dal 1889 presso il Bureau international des poids et mesures di Sèvres.
E no, amici miei, se al Bund viene qualche piccolo sturbo, a causa delle valutazioni delle agenzie di rating, l’effetto si riflette subito sul Bpt, che potrebbe apparire falsamente migliorato in salute. Insieme al “Salva Italia” c’è l’effetto combinato dello schiaffo appena ricevuto da Frau Merkel (serio pericolo di perdere, come la Francia, la tripla “A”).
Lo spread andrebbe letto e intepretato così. Il Bpt può migliorare sia per merito proprio, sia per demerito del Bund. La comparazione è dinamica nei due sensi. Ma la vera salute di ogni debito pubblico è altro. Sapere che il nostro Bpt sta diventando un bel ragazzo, unicamente perché il Bund sta imbruttendo, risolve solo in parte il problema della nostra crisi. Lo spread, argomento da trattare con cautela.
guglielmo
donnini