BOLOGNA: Il capoluogo emiliano-romagnolo guida la classifica Altre sei province della regione nei primi 16 posti. Non c’è Modena, i cui cittadini sono
parecchio insoddisfatti.
E’ Bologna la città dove si vive meglio in Italia. A incoronarla è la ormai abituale classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, in cui ben sette
province emiliano-romagnole su nove occupano le prime 16 posizioni. Tra queste non c’è Modena, balzata dal trentaduesimo al ventiduesimo posto su 107 ma ancora penultima in regione. E a rendere ancora più vano il passo avanti della città è il sentimento della popolazione, che rivede costantemente al ribasso i risultati ottenuti nei diversi campi di indagine.
MEROLA – Il primo posto in classifica “conferma che questa regione e questo sistema urbano hanno tutte le condizioni per reggere meglio questa crisi”. “E l’unica nota positiva della giornata”, ha detto il sindaco di Bologna, visto che poco prima aveva
affrontato le ricadute della manovra economica del Governo sul Comune. “Quest’anno – ha aggiunto – siamo al primo posto. Questo significa non angosciarci se il prossimo saremo al secondo, ma sapere che abbiamo tutte le possibilità”. Sul ‘tasto dolente’ dell’ordine pubblico, sul quale la provincia non brilla, Merola ha sottolineato che “c’é un calo dei reati, ma continua ad esserci una grande percezione di insicurezza dovuta ai temi noti, come l’invecchiamento della popolazione e la necessità di investire sulla città. Se potessimo investire ed eliminare le immagini di degrado il clima generale migliorerebbe”. “Non ci accontentiamo – ha concluso -, ma viviamo in un’epoca nella quale se realizziamo ‘l’abbastanza potremo essere tutti più sobri e confortati nelle nostre aspettative”.
MODENA – Oltre a “eccellere” negli indicatori relativi alla popolazione, dov’è nona per via di un alto tasso di natalità e di una massiccia presenza di immigrati regolari, Modena è in alto negli affari e nel lavoro, forte di un buon export e di una buona occupazione femminile che le fanno raggiungere il quattordicesimo posto in Italia. Ma quasi il 40% dei modenesi considera molto grave il problema occupazione. Ancora peggio va nell’ordine pubblico, dove la situazione non è oggettivamente buona perché a Modena gli scippi, le rapine e i furti rimangono alti. Ma la percezione della sicurezza da parte dei cittadini ci relega addirittura all’ottantasettesimo posto.
Un’inversione di tendenza si registra solamente nel tempo libero, in cui a un’anonima quarantaseiesima posizione a metà classifica corrisponde un ben più soddisfacente ventesimo posto nella percezione dell’offerta di attività e strutture ricreative.
La conferma della generale insoddisfazione dei modenesi relativamente alla qualità della loro vita arriva però da una voce entrata da pochi anni nell’indagine del Sole 24 ore: la percezione della felicità. Sull’onda di un dibattito internazionale sul valore del benessere, da calcolare indipendentemente dagli indicatori socio-economici, è stato chiesto ai cittadini: “Personalmente, lei è felice?”, nel bel mezzo della ricca e gaudente Emilia, nell’ottava città italiana come Pil pro-capite, ci si ferma alla quarantanovesima posizione. A riprova che, come si usa dire, i soldi non fanno la felicità.
“Modena rimane brutto anatroccolo in Regione. Serve slancio che l’Amministrazione di sinistra continua a non avere” – ha commentato il Consigleire regionale Pdl Andrea Leoni – “Pur arrancando per risalire qualche posizione nella classifica sulla qualità della vita 2011, Modena rimane il brutto anatroccolo in Emilia Romagna e, solo per il crollo verticale di Ferrara, non si conferma, come da anni avviene, in ultima posizione. Il mediocre risultato modenese è tanto più segno di un immobilismo strutturale dell’Amministrazione comunale di sinistra quanto più lo mettiamo a confronto con la dinamica di altri capoluoghi di provincia della Regione che hanno registrato importanti e significativi recuperi. A Modena, invece, continua a regnare la calma piatta e soprattutto non si è vista, da parte dell’Amministrazione, che ha già avuto la responsabilità politica di avere
fatto sprofondare da anni Modena nelle ultime posizioni della classifica regionale, nessuna concreta azione capace di ridarle slancio e di farle risalire la china. Chi da sette anni non è all’altezza delle sfide imposte dalle trasformazioni sociali e dalla crisi economica, difficilmente potrà garantire rilancio e sviluppo nei prossimi anni”.