Quale futuro?

Qualora riuscissimo a comprendere la gravità variabile dei problemi, in rapporto alle effettive capacità degli individui chiamati a risolverli, potremmo concludere di aver scelto la via giusta per guardare, senza illusioni, al domani. Il trio Merkel, Sarkozy, Monti sembra inadeguato per ragioni obiettive. La Merkel ha già dato prova sufficiente di incomprensione della crisi greca, con le conseguenze che conosciamo e stiamo pagando. Inoltre, Frau Angela è pressata dalle esigenze del popolo che l’ha eletta, dall’urgenza della revisione delle regole europee e dalla probabile sconfitta elettorale del prossimo anno.

Sarkozy, potrebbe aver già dato il peggio di sé, ma sembra in grado di riproporsi; ossessionato dagli incombenti giudizi negativi delle agenzie di rating e dalla probabile perdita della tripla “A”. Come se non bastasse, mentre l’Italia raggiungerà (stremata!) il pareggio di bilancio nel 2013, i galletti francesi sono ben lontani da quel traguardo. Inoltre, Sarkozy teme la disfatta alle prossime presidenziali. Di fronte al coacervo di tanti fattori negativi,

Mario Monti gioca il ruolo di colui che andrebbe collocato tra i “beati monoculi in terra caecorum”. Basteranno pochi giorni per capire quante cartucce potrà sparare con successo il nostro rappresentante. È difficile manifestare fiducia in simile contesto. Ci dobbiamo accontentare di quanto passa il convento.

Il Padre guardiano precedente, padre Silvio da Arcore, ha già iniziato a farsi rimpiangere. Chi l’avrebbe mai detto? Massimo Fini ha dato il suo contributo di opinione in tal senso sul Fatto Quotidiano.-guglielmo donnini