L’inchiesta sui permessi di soggiorno denominata “Free pass” ha coinvolto anche Giovanni Russomanno, vicesindaco di Dozza. Il rappresentante politico dell’Idv, risulta tra gli indagati come falso datore di lavoro, prestatosi per l’assunzione di colf e badanti da far immigrare in Italia.
La struttura dell’illecito, secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, aveva al centro intermediari tra l’estero e l’Italia, che preparavano la documentazione necessaria alle pratiche di permesso di soggiorno.
Da un lato occorrevano finti datori di lavoro che facessero richiesta dello straniero, dall’altro c’erano gli immigrati disposti a spendere migliaia di euro. Al centro una cupola gestita, secondo l’accusa, dall’avvocato imolese Maria Teresa Caputo, dal ragioniere di Castel San Pietro Giuseppe Monaco e dall’imprenditore bengalese Rafiq Mohammed.
Gli stranieri, secondo l’inchiesta avviata dalla guardia di finanza di Rovigo e coordinata dalla Procura di Bologna, avrebbero ottenuto il permesso di
soggiorno venendo spacciati come finti badanti (in base alla sanatoria di giugno 2009) e poi grazie a fittizi contratti di lavoro per extracomunitari nel 2010. Ognuno di loro pagava una somma tra i cinque e i sette mila euro per essere regolarizzato; di questi, a ciascun datore di lavoro consenziente (sarebbero una quarantina), ne andavano circa 1.000. Il resto finiva nelle mani del ragioniere e dell’avvocato, i veri ‘promotori’ dell’organizzazione.
Il vicesindaco dell’Idv al Comune di Dozza Imolese, esclude però un suo coinvolgimento con dolo ed è certo di chiarire la sua posizione agli inquirenti. Alla stampa locale il vicesindaco si è detto sorpreso dell’inchiesta, spiegando di esserci finito all’interno per l’assunzione di un domestico pachistano, licenziato dopo un mese di lavoro per cui era stato regolarmente assunto. “I soldi li ho spesi, mica guadagnati – spiega il politico – i miei documenti sono a posto. Io sono tranquillo”.
L’inchiesta farà luce su questa triste vicenda, dopo quella che ha coinvolto l’amministrazione dozzese sul Psc, per cui la Guardia di Finanza sta tuttora indagando.