E’ un j’accuse violentissimo contro lo stato maggiore delle istituzioni europee, quello dell’europarlamentare inglese Nigel Farage. “Siamo qui sull’orlo di un disastro finanziario e qui davanti a me ci sono i responsabili di tutto questo” – ha detto in aula lo scorso 16 novembre. Schierati, a poca distanza, davanti a lui ci sono Van Rompuy, Barroso e Olli Rehn. L’intervento, passato sotto silenzio in Italia, spopola su internet e diventa manifesto programmatico per tutti quelli a cui sta stretto il governo Monti.
Dominazione tedesca
“Viviamo in un Europa a dominazione tedesca e in un Europa così non voglio viverci!” – continua il parlamentare, esponente di un partito conservatore euroscettico. Quindi cita i casi greco e quello italiano come esempi di intollerabile euro-ingerenza: “Quando il presidente Papandreu ha pronunciato la parola referendum, l’avete fatto rimuovere sostituendolo con un governo fantoccio. Che spettacolo disgustoso. Non soddisfatti avete deciso che Berlusconi doveva andarsene. Così è stato rimosso e sostituito da Monti, ex commissario europeo, vostro collega corresponsabile di questo disastro, un uomo che non era neppure membro del Parlamento.
Chi sarà il prossimo?
“Sta diventando come un romanzo di Agathe Christie, ci si chiede: chi sarà il prossimo a essere fatto fuori? Siete voi che dovreste essere licenziati. A lei, Mr. Van Rompuy dissi che sarebbe stato l’assassino silenzioso delle democrazie nazionali. Mi devo ricredere: lei è stato piuttosto rumoroso. Lei, un uomo non eletto, si è recato in Italia e ha detto: “Questo non è il momento di elezioni ma di azioni”. Chi, in nome di Dio, le ha dato il diritto di dire questo al popolo italiano?”
TGCOM
Il commento di Giuliano Ferrara