Imolaoggi – LUSSEMBURGO – La Corte di giustizia europea ha condannato oggi l’Italia a pagare alla Commissione Ue una multa di 30 milioni per non aver recuperato presso i datori di lavoro gli aiuti, in forma di sgravi fiscali, per contratti di formazione lavoro.
Inoltre, l’Italia dovrà pagare altre multe per ogni semestre di ritardo nel recupero degli aiuti. Le sanzioni pecuniarie decise oggi nei confronti dell’Italia, con sentenza della Corte di giustizia Ue, sono l’ultima conseguenza dell’inadempimento di Roma a dare esecuzione ad una prima sentenza dell’aprile 2004, in cui i giudici europei constatavano che l’Italia non aveva recuperato gli aiuti illegali per contratti formazione lavoro. Nelle sue conclusioni quindi la Corte Ue statuisce in primo luogo “che l’Italia è condannata a versare alla Commissione europea una somma forfettaria di 30 milioni di euro” che riguarda il periodo di persistenza dell’infrazione, ossia dal giorno della prima sentenza, il primo aprile 2004, ad oggi, giorno della pronuncia della nuova.
Inoltre, l’Italia è condannata a versare alla Commissione europea una penalità decrescente per tener contro del recupero degli aiuti presso i datori di lavoro. Il calcolo fissato dai giudici corrisponde ad un importo base di 30 milioni di euro moltiplicato sulla percentuale degli aiuti che semestralmente non sono stati ancora recuperati, rispetto alla totalità di quelli che, ad oggi, avrebbero dovuto essere recuperati.
Nel pronunciamento, i giudici europei ricordano che l’Italia è ancora inadempiente per diverse sentenze in materia di aiuti di stato. Si tratta di una sentenza del 2006 per esenzioni fiscali in favore di imprese pubbliche; una sentenza del 2007 sugli aiuti all’occupazione per imprese in amministrazione straordinaria con più di mille dipendenti; una sentenza del 2010 sulle società recentemente ammesse a quotazione in borsa; una sentenza del maggio 2011 per incentivi a società che partecipano ad esposizioni all’estero.
E’ la prima volta che l’Italia è condannata a versare una multa di 30 milioni di euro alla Commissione europea: è quanto precisano all’Ansa fonti della Corte Ue. La multa, ricordano le stesse fonti, è scattata per inadempienza ad una precedente sentenza della Corte di giustizia dell’Ue che chiedeva a Roma il recupero degli aiuti concessi ai datori di lavori, tramite i contratti di formazione lavoro. Con questa sentenza, l’Italia raggiunge il gruppo di Paesi – Germania, Francia, Grecia, Spagna e Portogallo – che sono già stati condannati dalla Corte di giustizia dell’Ue al pagamento di sanzioni pecuniarie in diverse materie, in particolare per il mancato rispetto delle norme ambientali.
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