Siamo bombardati da un flusso di informazioni e notizie che coprono tutte le 24 ore, senza soluzione di continuità. Qualora ci venisse in mente di consultare il rilascio delle notizie, da parte delle più note agenzie, e confrontarlo con quello che viene “preso in carico” dai media per essere riversato sui fruitori dell’informazione, ci accorgeremmo che alcune notizie, a cui noi avremmo dato risalto, vengono trascurate dalla stragrande maggioranza degli operatori.
C’è un’abitudine che accomuna molte testate: l’ossequio al totem delle notizie che fanno vendere di più. C’è la ricerca morbosa dello scandalo per lo scandalo. Un delitto viene esaminato e scarnificato nei suoi aspetti più duri e ripugnanti, neanche ci trovassimo in un aula di tribunale alla presenza degli specialisti indispensabili alla ricerca della verità. Così vanno le cose nel mondo dei media. Prendiamone atto e cerchiamo di difenderci dalla cattiva informazione.
Dopo una premessa così lunga, viene logico domandarsi dove andiamo a parare. L’occasione è offerta dal sempre maggiore risalto dato alle vicende dell’euro e del debito pubblico dei vari Paesi.
Ci avevano insegnato, tanto per ricorrere all’esempio più eclatante, che l’ingresso dell’Italia nella moneta unica ci avrebbe obbligati all’osservanza di regole precise e stringenti, che avrebbero messo un freno alla fantasia un po’ sbarazzina della finanza italiana. Non è andata così.
Ci avevano detto che, grazie all’euro, avremmo avuto la certezza di un costo del denaro equo rispetto all’inesuribile esigenza di finanziare il debito pubblico. Il famoso spread tra il nostro Bpt a dieci anni, rispetto al Bund di Frau Angela, è di oltre 500 punti base.
Ci hanno raccontato frottole. E noi, ingenui boccaloni, ce le siamo bevute fino all’ultima goccia. Giovi ricordare certe intemerate, durante i dibattiti televisivi, rivolte a qualche coraggioso sostenitore della tesi che l’euro rappresentasse più un onere che un vantaggio per l’Italia. La stampa ha fatto ben poco, nel senso di una corretta informazione professionale, e quel poco l’ha fatto seguendo la vulgata comune: euro uber alles per l’Europa. Moriremo di spread?
Guglielmo Donnini