«FA UNA CERTA impressione ascoltare da una persona come Castellari concetti che richiamano le parole di Togliatti quando parlava di ‘rinnovamento nella continuità’». E magari c’è da aggiungere: proprio da lui, Fabrizio Castellari che in viale Zappi è il primo segretario mai stato comunista. Raffaello De Brasi, che nella lista dei suoi ex mette ora anche ‘ex tesserato Pd’, interviene dopo l’intervento del segretario inorridito per le sue «esternazioni pubbliche».
«DA QUELLO che ho capito, Castellari sostiene che la crisi di egemonia del Pd è una mia invenzione e che non c’è bisogno di rinnovare il nostro ‘modello di sviluppo’; o meglio, comunica ai cittadini imolesi che il Pd è a posto e che si può continuare ad agire come prima», ribatte l’ingrato ex. E rispedisce al mittente «l’invito a discutere il dissenso nelle chiuse stanze della politica». Non se ne parla proprio.
«ALLA CITTÀ — rincara De Brasi — farà bene una discussione vera alla luce del sole; è necessario se si vogliono trovare le energie creative capaci di raccogliere le difficili sfide che abbiamo davanti. Sul proprio futuro, Imola ha bisogno di un dibattito pubblico franco e vero, trasparente al 100%». Castellari ripete che il dibattito vero è realtà in decine di incontri da tutte le parti, ma questa è una storia già raccontata.
«IL SEGRETARIO mi fa anche la morale — continua De Brasi — molto probabilmente con la finalità di compattare gli iscritti o di mettermi in cattiva luce sul piano personale. Non risponde invece alle mie argomentazioni politiche. Ci vuole veramente un bel coraggio ad affermare che sarei mosso da un’ansia di protagonismo: ricordo che ho accettato senza fiatare la ‘rottamazione’ e che sono stato in silenzio per quasi quattro anni. Affermare poi che sarei irriconoscente e ingrato solo perché esprimo le mie idee da uomo libero, la dice lunga sulla ‘morale’ alla base di queste affermazioni».
ANCHE SE senza tessera, De Brasi continuerà a votare Pd e si meraviglia del Castellari-pensiero: «Il segretario risponde al mio invito a riflettere sulle ragioni di un’evidente crisi di egemonia culturale e politica del Pd affermando che così indebolisco il partito proprio quando si assiste a una svolta a livello nazionale. Non vedo perché, a meno che nella concezione politica di Castellari siano più importanti gli iscritti rispetto agli elettori. La mia intenzione è profondamente diversa. Voglio dare un piccolo contributo al rinnovamento del ‘modello culturale, economico-sociale e politico-democratico di Imola».
da:Ilrestodelcarlino