Nei punti all’ordine del giorno del consiglio comunale di martedì sera non era prevista la sfiducia a un assessore.
E’ quel che è capitato ad Anna Maria Zanforlini, assessore alle pari opportunità, politiche giovanili e rapporti con le frazioni, “rea” di aver
dissentito su un progetto presentato dalla sua giunta. Per capire come si è arrivati a questo, occorre fare un po’ di cronistoria. Da mesi a Casalfiumaneseil dibattito politico si sta concentrando sul progetto “Teatro, multimedialità e didattica”, giudicato troppo costoso dalle opposizioni (25mila euro) per le casse comunali. È per fare chiarezza sul merito, e sul metodo, del progetto che l’opposizione aveva chiesto una seduta straordinaria per avere delucidazioni dall’assessore alla cultura Gisella Rivola, seguita poi da una mozione presentata da Vallata Libera. Ma forse anche per Anna Maria Zanforlini c’erano aspetti da chiarire in quel progetto che fu approvato il 18 giugno scorso quando l’assessore di San Martino in Pedriolo era assente per ferie. E così, al momento delle dichiarazioni di voto, la Zanforlini ha ammesso che non avrebbe partecipato perché non si riconosceva in quel progetto, e anche perché scarsamente coinvolta. A quel punto il sindaco Roberto Poli l’ha sollevata dall’incarico ritirandole subito le deleghe. «Mi hanno sfiduciato, d’altronde è quello che volevano da tempo – sbotta la Zanforlini -. Hanno approvato quella delibera in
mia assenza ed era abbastanza chiaro che volevano farmi arrabbiare». C’è molta delusione e amarezza nelle parole della Zanforlini, una delusione che viene prima sul piano umano che politico. Riconosce di aver avuto nelle ultime settimane una caduta di stile, esternando su Facebook alcuni suoi punti di vista sul sindaco, «ma erano solo il frutto di stanchezza e frustrazione». «Il mio impegno politico potrà anche continuare, ma non nel Pd di Imola. Nei pochi incontri avuti con i vertici – aggiunge – non possono dirmi che un sindaco non si può mettere in discussione solo perché eletto con l’80% dei voti».
Laconico il commento del primo cittadino, il quale afferma che essendo venuta meno la fiducia con lei era l’unica cosa da fare. «Sono amareggiato per quel che è successo, ma il rapporto era diventato difficile all’interno della giunta e con me». Tra i motivi che l’hanno spinto a questa mossa, pesano anche i pensieri espressi dall’ex assessore su Facebook. «Preferisco un duro attacco diretto, piuttosto che riferimenti impliciti. E’ una questione di rispetto. Il rischio è di danneggiare, più che le persone, l’istituzione che si rappresenta» conclude Poli. La sfiducia di un assessore, almeno negli ultimi anni, nel circondario ha avuto solo il precedente di Imola nel 2000, quando l’allora sindaco Massimo Marchignoli silurò Stefano Baldassarri.
Matteo Pirazzoli