“Non capisco come siano circolate le voci delle mie dimissioni, sono destituite di ogni fondamento. Domani si vota il rendiconto alla Camera, quindi porro’ la fiducia sulla lettera presentata a Ue e Bce. Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi”. Il premier Silvio Berlusconi interviene così dopo che in mattinata sono circolate con insistenza voci di imminenti dimissioni.
A lanciare il tam tam sono stati il direttore de ‘Il Foglio’ Giuliano Ferrara e Franco Bechis, vice direttore di ‘Libero’. “Che Silvio Berlusconi stia per cedere il passo e’ cosa acclarata, e’ questione di ore. Alcuni dicono di minuti”, afferma Ferrara, mentre Bechis, via Twitter, scrive: “Devo rettificare quel che ho detto ad Omnibus. Ora ho notizie dirette. Berlusconi si dimette”.
Le indiscrezioni sembrano concordare con quanto detto in mattinata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta . “Nel passaggio, non e’ che lo stia auspicando, da un governo all’altro, gli impegni assunti non e’ che si rinnovano o cambiano, continuano. Si chiama principio della continuita’ amministrativa”. Letta, rispondendo a chi gli chiedeva se l’accordo sui fondi strutturali con le Regioni del Sud e la Commissione Ue, nell’ambito delle misure anti crisi, rischia di essere messo in forse in caso di caduta del governo, ha aggiunto: ”posso garantire che il patto sottoscritto resiste a qualunque evento, ammesso che eventi di quel tipo ce ne siano”.
E nonostante le parole del premier, Giuliano Ferrara rilancia e spiega: “La via d’uscita c’e’. Invece di prolungare l’agonia, Berlusconi si presenta alle Camere, chiede la fiducia per varare la legge di stabilita’ e il maxiemendamento, annuncia che si dimettera’ un minuto dopo e chiede le elezioni a gennaio. Di questo si discute”. Il direttore de ‘Il Foglio’ conferma inoltre di aver “raccolto e riproposto voci note su un imminente passo di Berlusconi per sottrarre il paese e sé stesso a un’incertezza radicale, a un’agonia politica senza capo ne’ coda”. Per Ferrara poi “la dichiarazione di Gianni Letta sulle misure economiche che restano, secondo il principio di continuita’ amministrativa, anche quando il governo cambia, mi sembra molto piu’ autorevole della mia, e molto indicativa di cio’ di cui si discute”.
Per il momento i deputati di Pid, Pippo Gianni, Michele Pisacane, Giuseppe Ruvolo e la senatrice Maria Pia Castiglione assicurano, finché Saverio Romano sara’ ministro, il loro voto di fiducia al governo.
Il ministro per l’Attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, uscendo da Villa San Martino ad Arcore dove ha incontrato Berlusconi, si dice ottimista. “Il lavoro continua, siamo al servizio del Paese. Continuiamo a lavorare e siamo sereni. Credo che conserveremo la maggioranza. Con la crisi doveva scattare la coesione nazionale, invece Casini e Bersani vanno a cercare i nostri parlamentari”.
Anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi si dice fiducioso che il governo domani “avra’ la maggioranza. E poi – sottolinea – si va avanti finche’ il Parlamento non sara’ di diverso avviso”. Per Sacconi comunque non c’e’ dubbio che “se viene meno la maggioranza che hanno voluto gli italiani non si puo’ che riportare la parola agli italiani”.
Nel pomeriggio anche Roberto Calderoli è andato a trovare il premier ad Arcore. Il ministro leghista prima di arrivare nella residenza di Berlusconi ha avuto un incontro, durato circa un’ora, nella sede del Carroccio in via Bellerio con il ministro per le Riforme Umberto Bossi, quello dell’Interno Roberto Maroni, il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni e il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota.
Dall’opposizione interviene Massimo D’Alema che, propone un nuovo governo di larghe intese: il nuovo esecutivo, dice l’esponente del Pd, “dovrebbe fare poche cose essenziali per affrontare la crisi: sostenere la ripresa e poi favorire un cambiamento della legge elettorale”. Un eventuale governo di larghe intese, spiega, “dovrebbe varare un pacchetto di misure essenziali su cui e’ certamente possibile trovare un accordo ampio”.
adnk