Il fatto che Financial Times, principale quotidiano economico britannico, abbia invitato Berlusconi ad andarsene per il bene dell’Italia e dell’Europa – e perché no del mondo – non dovrebbe meravigliare alcuno nel nostro strano e provinciale Paese.
Siamo sotto gli occhi del mondo. Se in molti si occupano di noi è perché facciamo notizia. Vorrei invece leggere sul quotidiano britannico come vedono il dopo Berlusconi. Non con le solite menate ricopiate da Repubblica, ma dopo un attento esame del panorama politico italiano.
La mancanza di argomenti più validi (volendo cercare ce ne sarebbero) fa sì che due personaggi di secondo o terzo piano del Pd, Sereni e Ventura, prendano l’invito di Financial Times al Cavaliere e lo girino ancora al medesimo, neanche fosse un assegno bancabile.
La fretta di dover sempre dire l’ultima parola, l’ansia declaratoria compulsiva spinge i politici a usare le vie più brevi, sperando di riceverne un minimo vantaggio nella campagna elettorale in atto.
Er Puzzone diceva “molti nemici, molto onore”. Vorrei aggiungere:dipende dai nemici. Oppure, per restare nell’ambito geografico del Financial Times, Wiston Churcill avrebbe detto: “Cavaliere, lei ha dei nemici? Bene… Questo significa che ha lottato per qualcosa, nella vita”.
Per avere tale riconoscimento, bisogna guadagnarlo sul campo, senza andare a cercarlo sulla stampa estera e copiarlo di sana pianta. Nemici? Abbacchietti, forse.-
guglielmo donnini