Silvio, “Navigare necesse est, vivere non est necesse”

Alcide De Gasperi: “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”.
Uno dei momenti più alti di una democrazia parlamentare è quello in cui il Governo in carica va in Parlamento e chiede il voto agli eletti dal popolo sovrano.

Mai, prima di oggi, si era presentata una chance così particolare, perché vissuta nel pieno del dramma, al bistrattato Cavaliere. I tempi sembrano non lasciare spazio alle parole e impongono l’azione tempestiva e coraggiosa.

Ogni bizantinismo, che è poi il rovescio della medaglia parlamentare, deve lasciare il campo alle priorità imposte dall’emergenza. Se l’oggi non si sposasse con l’immediatezza, potrebbe non esserci il domani; almeno come l’intendono milioni di cittadini usi a tirar la carretta e a produrre ricchezza per la propria famiglia e per il Paese.

Al di là di ogni possibile diatriba sul “Tocca a lui e non a me fare questo o quello”, ci sono milioni di italiani che si alzano al mattino e fanno
il loro dovere in fabbrica, negli uffici privati e pubblici, nel volontariato e in tutte le iniziative socialmente sane. È soprattutto all’esempio di costoro che la politica dovrebbe guardare. Faccia in modo la politica di guardare al bene comune, se è rimasto un filo di dignità negli uomini che la rappresentano.

È nei momenti più difficili e drammatici per un popolo che si comprende se quel popolo veramente esiste, e il Paese non è soltanto un’espressione geografica. “Navigare necesse est, vivere non est necesse” così il paradosso dialettico di Pompeo (secondo Plutarco) rivolto ai marinai che, temendo la tempesta annunciata, non volevano lasciare i porti con le loro navi cariche di grano e indispensabili alla sopravvivenza del popolo romano. Silvio, navigare necesse est …

guglielmo donnini