Castel San Pietro T: Consorte e la consorteria….tutti condannati.

Il Tribunale di Milano ha condannato a tre anni e dieci mesi Giovanni Consorte l’ex numero uno di Unipol, , per la tentata scalata alla Bnl. L’ex alfiere della finanza rossa non ha mai perso il fiuto per gli affari. Lo dimostrano i conti di Intermedia Holding, che gode di buona salute finanziaria, così come le altre società della sua galassia. A Intermedia, sfiorata da alcuni scandali immobiliari, la lotta per la successione è appena cominciata.

Da quanto emerge dai bilanci relativi al 2010 di Intermedia Holding (denominata nell’ottobre 2010 Gruppo Intermedia Finance) e
Teti Finanziaria, entrambe presiedute dall’ex numero uno di Unipol, che nel 2005 tentò l’acquisizione del 51% di Bnl, su cui avevano messo gli occhi gli spagnoli del Bbva, con l’appoggio istituzionale dell’allora numero uno di Bankitalia, Antonio Fazio – condannato oggi a 3 anni e 6 mesi – e l’aiuto di Gianpiero Fiorani, Danilo Coppola, Stefano Ricucci Marcellino Gavio, Emilio Gnutti. E Francesco Gaetano Caltagirone, attuale vicepresidente di Monte dei Paschi di Siena, condannato oggi a tre anni e sei mesi, la galassia societaria di Consorte, condannato oggi dal Tribunale di Milano a tre anni e dieci mesi di reclusione nell’ambito del processo sulla tentata scalata di Unipol a Bnl sembra godere di buona salute finanziaria.

Nata a metà 2007, dopo l’uscita del manager dal vertice del gruppo assicurativo delle Coop, e trasformata in holding due anni dopo, in seguito a un aumento di capitale da 200 milioni di euro, oggi sotto l’ombrello di Intermedia, di cui Consorte è presidente e amministratore delegato, sono riunite una trentina di aziende capofila, che vanno dal brokeraggio al recupero crediti, dalle assicurazioni alle energie rinnovabili, di cui una decina di controllate al 100%, come Andromeda, Trigone o Rialto, attive nell’immobiliare.
Stando ai conti 2010, Intermedia ha iscritto a bilancio un utile consolidato pari 1,49 milioni di euro (66mila euro nel 2009), margine operativo lordo di 7,4 milioni, fatturato a quota 45,5 milioni, un patrimonio netto consolidato di 199 milioni, e debiti per 176 milioni di euro. Intermedia Finance, la ex capogruppo incorporata nella holding a ottobre 2010, ha chiuso l’anno passato in utile per 4,5 milioni di euro, di cui 1,7 distribuiti ai soci sotto forma di dividendo (0,00943 euro per azione).

Discorso simile per Teti Finanziaria, la fiduciaria riconducibile a Consorte che nel 1005 incssò assegni per 1,6 milioni di euro provenienti
dal conto che il manager chietino aveva aperto presso la Popolare di Lodi, oltre alla proprietà di una tenuta nei pressi delle terme di Castel San Pietro e un appartamento in centro a Bologna. Oggi, Teti è controllata all’84,53% dalla Sofir Fiduciaria di revisione, guidata dal ragioniere Giuseppe Chieffo, ma è presieduta da Consorte. Utili per 4.461 euro (6mila nel 2009), fatturato di 210mila euro e un risultato ante imposte di 15.542 euro sono i numeri relativi al bilancio 2010. Non sono grosse cifre, ma le note rilevanti della società, che si occupa di “compravendita di beni immobili effettuata su beni propri”, riguardano una partecipazione da 6 milioni di euro in Intermedia Finance, e immobilizzazioni materiali (terreni e fabbricati) per 9 milioni di euro, e attivi per 16 milioni di euro totali.

A proposito di immobiliare, Consorte – che è stato anche l’artefice del salvataggio del Bologna Calcio, di cui è stato presidente da
dicembre 2010 allo scorso maggio, dopo l’uscita di Renzo Menarini – è stato solo sfiorato dallo scandalo relativo a Pierino Isoldi (che possiede il 2,63% di Aedes), costruttore forlivese ex azionista forte di Intermedia, arrestato a fine settembre con l’ipotesi di reato di calunnia aggravata per aver accusato di estorsione uno degli amministratori straordinari del gruppo da lui fondato.

A leggere la relazione di Intermedia relativa al 2010, spicca il progetto di quotazione di Intermedia, una redenzione per ora rimandata. La condanna del presidente, oltre alla volatilità sui mercati, consigliano prudenza. E intanto, è già partita la lotta per la successione dell’alfiere indiscusso della finanza rossa.