Quando la Giustizia marcia al contrario

E’ incredibile quello che può accadere in Italia, soprattutto quando ad amministrare la giustizia ci sono personaggi che la libertà di espressione la proclamano a parole ma la condannano nei fatti .

Una storia uscita da una fiction di spionaggio tutto italiano, anzi appulo- lucano, quella che si sta girando nella procura di Potenza, una procura, che da quanto si è potuto constatare in questi ultimi tempi, predilige il clamore mediatico e gli onori dei Tg, vuoi per esibizionismo di qualche magistrato, vuoi per difendere una giustizia tutta di parte. Ed è così che nel mirino questa volta non è Vittorio Emanuele di Savoia o Lele Mora, ma un onesto giornalista, Nello Rega dal 93 alla Rai, redazione esteri, appassionato cultore della verità che, senza paura e senza dover inchinarsi al politicamente corretto, racconta in un suo libro, con obiettività e senza pregiudizi, la sua difficile convivenza con L’Islam. “ Diversi e Divisi” è il libro verità che ha scatenato la rabbia e sicuramente anche la vendetta di qualche o alcuni islamici che devono aver giurato di fargliela pagare. E così’ 10 mesi fa dopo ripetute minacce, la sua auto viene affiancata da anonimi che sparano un colpo. L’accelerazione immediata di Rega devia il proiettile sul lunotto e lascia il giornalista incolume. Ma da allora la vita di Nello Rega è mutata e ciò che in Italia pareva impossibile, comincia a divenire un incubo. Pochi giorni or sono da vittima di un attentato, Nello Rega diventa un indagato e riceve avviso di garanzia. Ecco, questo è l’assurdo di una giustizia che si chiama ‘malagiustizia’, termine questo molto blando rispetto alla gravità di quanto è accaduto. Insomma un ‘film’ da incubo dove menti occulte dirigono le indagini non per proteggere la vittima ma al contrario, per dimostrare l’infondatezza di quanto il giornalista Nello Rega ha
vissuto realmente.

Come scrive Armando Manocchia, su  www.imolaoggi.it, il libro di Rega “ Divisi e Diversi” è – un libro che si può definire, il coraggio della verità. Un’esperienza diretta senza mediazioni, falsi moralismi o detti comuni. Un romanzo laico e autentico, privo di pregiudizi e con tematiche
forti…….. “Diversi e divisi – Diario di una convivenza con l’Islam” non è solo un libro, né un giudizio sul mondo musulmano, ma la constatazione, ragionata e obiettiva, della differenza tra due realtà culturali e religiose.-

Questa vicenda surreale che sembra riportarci indietro al 2004 quando il regista olandese Theo Van Gogh fu assassinato solo perché lavorava ad una trilogia ove il rapporto uomo-donna costituiva il tema dominante del film verità, è una costante nella cultura dei musulmani che dal
corano traggono ispirazione al fanatismo per colpire in nome di Allah, civili innocenti ed inermi, proprio come la palestinese Ahlam Tamimi che a seguito della strage (15 tra adulti, ragazzi e una bimba di due anni) da lei organizzata contro israeliani il 9 agosto del 2001, intervistata in occasione della recente liberazione da parte di Israele, dichiara che rifarebbe tutto quanto fatto 10 anni prima per volere di Allah . Un Dio quello islamico che
nella fantasia collettiva, nonostante i cambiamenti epocali della scienza e della fisica di oggi, approva ogni orrore commesso dall’uomo per distruggere il nemico. E’ proprio questo anacronistico approccio filosofico rimasto immutato nel tempo che fa la differenza tra islam e Cristianesimo, tra oriente ed occidente.

Di fronte alla spaventevole possibilità che atti simili si possano concretizzare nel nostro paese bisogna che la destra e la sinistra, si coalizzino a favore di un movimento di opinione che metta al bando comportamenti irrispettosi della libertà di parola anche quando questa riguardi temi scottanti come la religione. Non dimentichiamo Asia Bibi, ripetutamente torturata e quei giudici che per salvarla sono stati trucidati in Pakistan. Non dimentichiamo che la lotta Israele –palestinese per molti islamici è solo una lotta di religione perché tanto odio non può nascere solo da divergenze economiche o territoriali. Ed è sempre questo odio che ha trascinato il giovane norvegese ad uccidere i suoi coetanei che per Israele chiedevano il boicottaggio da parte del Governo norvegese.

Anche noi italiani siamo ancora divisi e la lotta sinistra- destra continua ad imperversare anche in quei tribunali dove a rispettare la Giustizia sono solo pochi eletti.

Elena Quidello