Il tramonto di Tremonti…

In una economia ideale, la tutela del lavoro e quella del lavoratore dovrebbero marciare appaiate. Purtroppo, quando non c’è lavoro, il lavoratore, divenuto disoccupato, non sa che farsene dei suoi diritti. La tutela del lavoro è legata all’andamento dell’economia e dei suoi cicli. Non può essere esercitata senza tener conto di quanto avviene nelle economie degli altri Paesi.

Se due o più Paesi in competizione fra loro, per la conquista dei mercati, si confrontano sulla base di condizioni di partenza equilibrate, sarà il giusto rapporto prezzo/qualità a determinare la prevalenza delle imprese di un Paese o dell’altro sul libero mercato.

A questo punto, ho la sensazione di raccontare una storiella più adatta al manuale delle”giovani marmotte” che alla dura realtà di una competizione sempre più agguerrita. Ma vado avanti lo stesso. Cosa dovrebbe fare il governo di ogni Paese nella delicata materia della tutela del lavoro? Preoccuparsi che i produttori di ricchezza di quel Paese non subiscano un prelievo fiscale squilibrato, rispetto ai produttori degli altri Paesi.
Preoccuparsi, inoltre, che il costo dell’energia necessaria alla produzione, risponda alle esigenze già menzionate per la fiscalità. Anche l’incidenza dei costi previdenziali dovrebbe essere considerata nella stessa ottica. Il governo che non riesca a rendere equilibrate le condizioni di partenza dei produttori nazionali di ricchezza, fa un pessimo servizio all’economia di tutto il Paese.

Come sostiene Luca Ricolfi nel suo ultimo libro (La repubblica delle tasse – Rizzoli), anche i Paesi più indiziati di elevato prelievo fiscale, come quelli
scandinavi, esercitano sui produttori di ricchezza una fiscalità che non li penalizza rispetto ai competitori internazionali.

La sordità del ministro Tremonti sulla delicata materia è qualcosa di incomprensibile per chi ne apprezzi la preparazione e l’acutezza intellettuale. Se la coperta italiana è corta, a causa degli oneri gravanti sui produttori, le prospettive non sono lusinghiere. Il tramonto di Tremonti passa anche attraverso quella coperta destinata a rimanere corta.

guglielmo donnini