Secondo quanto emergerebbe dai primi accertamenti nell’ambito dell’inchiesta ordinata dal Consiglio Nazionale Transitorio, per venire incontro alle pressioni internazionali, sulla tragica fine dell’ex leader libico, a Muammar Gheddafi nessuno avrebbe sparato dopo la cattura mentre era in fuga da Sirte, bensi’ prima. Dabbashi, intervenuto a una riunione del Consiglio di Sicurezza dedicata alla situazione dei diritti umani nel Paese nord-africano, ha spiegato che “in base alle informazioni preliminari di cui disponiamo, nessun rivoluzionario sparo’ a Gheddafi dopo che era stato arrestato. Fu invece ferito durante gli scontri a fuoco tra i lealisti e gli stessi rivoluzionari”: quest’ultima e’ la tesi sostenuta fin dall’inizio dal Cnt nel ricostruire l’ultimo giorno di vita del Colonnello, giovedi’ scorso. “Una volta catturato”, ha proseguito Dabashi, “Gheddafi sanguinava dall’addome e dalla testa. E’ spirato all’arrivo in ospedale a Misurata”. Non appena le indagini saranno state completate, ha assicurato, le loro risultanze saranno rese di pubblico dominio. “Tutti voi conoscete l’entita’ dell’abominio che ha avvinto i libici durante il regime di Gheddafi, come conseguenza degli orrendi atti che ha perpetrato contro il nostro popolo”, ha messo le mani avanti il vice ambasciatore. “A ogni modo, se per caso dovessimo accertare una violazione dei diritti suoi o di qualsiasi altra persona, i colpevoli saranno senz’altro puniti”, ha concluso.
(AGI) Pdo