L’ex raìs aveva chiesto di essere sepolto da eroe dell’islam, ma per il mufti è stato un infedele. Ecco cosa prevede rito musulmano
Sepolto nel deserto libico. E’ tutto quello che si sa sul destino di Muammar Gheddafi, ucciso il 20 ottobre. Resta il mistero non solo sulla località in cui è avvenuta la sepoltura, ma anche su come sia stata eseguita e sul fatto che sia stata celebrata secondo il rituale islamico, che prevede una procedura molto precisa.
“Giuro che morirò da musulmano – scriveva il rais nelle sue ultime volontà – Se dovessi essere ucciso, voglio essere sepolto secondo la tradizione islamica, con i vestiti che indosso al momento della morte e con il corpo non lavato, nel cimitero di Sirte, vicino alla mia famiglia”. Gheddafi auspicava quindi una sepoltura da martire dell’Islam. Solo per loro, infatti, il rituale prevede che il corpo non sia lavato dal sangue versato sul campo e sia sepolto con gli abiti che indossava al momento del ‘martirio’.
Ma dal mufti di Libia è arrivata nelle scorse ore un’indicazione di segno opposto: Gheddafi era un “miscredente”, per lui nessun funerale religioso o preghiere. La procedura ordinaria per i fedeli musulmani prevede invece che il corpo sia lavato accuratamente e quindi avvolto in tre sudari. Un primo panno bianco avvolge la parte dalle ginocchia all’ombelico, un secondo dal collo alle caviglie e un terzo l’intero corpo. In seguito si recitano le preghiere e il corpo viene calato in una buca profonda abbastanza da evitare che odori ed esalazioni affiorino alla superficie. Il petto deve essere rivolto verso la Mecca. E’ consuetudine versare alcune manciate di terra, prima di procedere alla vera e propria sepoltura.
Contro un funerale islamico per Gheddafi si era espresso il nuovo mufti della Libia, lo sheykh al-Sadeq al-Gharyan, subentrato a quello fedele a Gheddafi, Khaled Tantusch, arrestato il 12 ottobre dalle forze del Cnt. A suo giudizio il colonnello era un “miscredente” e “le sue azioni e le sue parole indicano che (Gheddafi) era uscito dalla comunità”, ha aggiunto Gharyan, riferendosi ad alcune dichiarazioni del colonnello riguardo alla sunna, il corpus di tradizioni che si riferiscono alla vita di Maometto, che l’ex rais di Tripoli aveva chiesto di cancellare.
Per questo il mufti chiedeva di non pregare per lui e di non procedere a un funerale rispettoso dei principi dell’Islam. “E’ lecito – spiegava – seppellirlo nei cimiteri dei musulmani”, anche se la preparazione della salma può essere fatta “solo dai suoi familiari”, gli unici ai quali “è permesso pregare per la sua anima”.