Il Comune di Borgo Tossignano aderisce alla Giornata Internazionale “Città per la Vita- Città contro la Pena di Morte”.
E’ il Sindaco Stefania Dazzani a comunicare l’adesione a questa giornata che ricorda l’anniversario della prima abolizione della pena di morte dall’ordinamento di uno Stato europeo, da parte del Granducato di Toscana nel 1786.
A Borgo Tossignano, in occasione di questa manifestazione nell’Aula del Consiglio Comunale si terrà una conferenza pubblica che affronterà il tema dei Diritti Umani, della sacralità della vita, della pena di morte. Sulla terrazza del Municipio, in Piazza
dell’Unità d’Italia verrà affisso uno striscione per ricordare l’evento. La cartellonistica stradale che indica la Città di Borgo Tossignano, verrà modificata per questa occasione, aggiungendovi la scritta: “Città per la Vita- Città contro la Pena di Morte”. Tradizione della Manifestazione è illuminare un Monumento, un luogo simbolo della Città. A Tossignano sarà illuminata la Croce che svetta sulla Città. Inoltre, in tutto il territorio comunale i cittadini che condividono questa l’iniziativa potranno manifestare posizionare sui davanzali delle finestre delle candele accese.
L’iniziativa a livello internazionale è promossa dalla Comunità di Sant’Egidio ed è sostenuta dalle principali associazioni
internazionali per i Diritti Umani, raccolte all’interno della World Coalition Against the Death Penalty (tra cui Amnesty International, Ensemble contre la Peine de Mort, International Penal Reform, FIACAT).
Roma, Napoli, Bruxelles, Madrid, Ottawa, Berlino, Barcellona, Firenze, Reggio Emilia, Venezia, Città del Messico, Buenos Aires, Puerto Rico Austin, Dallas, Antwerpen, Vienna, Parigi, Copenhagen, Stoccolma, Bogotà, Santiago del Cile, Abidjan, Lomè, Conakry, Maputo, Windhoek, Dakar, per citarne alcune e tantissime altre città grandi e piccole come Borgo Tossignano, sono già diventate “Città per la Vita – Città contro la Pena di Morte”!
Tutti i loro monumenti “simbolo” verranno illuminati – dal Colosseo a Roma alla Plaza de Santa Ana di Madrid, dall’Obelisco centrale di Buenos Aires al Palazzo della Moneda a Santiago, dall’Atomium di Bruxelles alla Piazza della cattedrale di Barcellona – formando un ampio schieramento morale mondiale per chiedere di fermare tutte le esecuzioni capitali.
La pena capitale nel mondo appare utilizzata in un numero sempre più ristretto di Paesi e tale tendenza appare costante a partire dall’ultimo quarto del secolo scorso fino ad oggi. Tuttavia anacronistici richiami alla sua reintroduzione in Europa, o
giustificazioni inaccettabili a favore della sua applicazione in Iraq, come pure la lunga strada ancora da percorrere per giungere alla sua abolizione universale, richiedono una tenace e incisiva azione per l’affermazione della civiltà del diritto e della difesa della dignità dell’uomo.
Progressi del fronte abolizionista si segnalano, a livello di opinione pubblica o nelle leadership, anche in molti stati mantenitori quali gli Stati Uniti, dove si è aperto un ampio dibattito sulla costituzionalità dell’iniezione letale, così come in
alcuni importanti Paesi dell’Asia (Taiwan, Corea del Sud).
In Giappone un nutrito gruppo di parlamentari ha proposto una moratoria delle esecuzioni. Recentemente anche in Cina, Paese che detiene il record delle esecuzioni (circa 5.000 ogni anno, sul Podio anche l’Iran), si sono registrati alcuni importanti segnali, come la decisione della Corte Suprema di avocare a sè tutte le condanne a morte, decisione che si spera a limitare il numero delle esecuzioni in un prossimo futuro. Occorre poi ricordare l’abolizione avvenuta in un Paese importante come le Filippine,
dove il Presidente Arroyo, con il sostegno del Parlamento e della Chiesa cattolica, ha definitivamente annunciato la fine delle esecuzioni.
Il Messico, nel corso del 2006, ha sancito la morte della pena capitale, segnando un punto di non ritorno decisivo per l’intera America Centrale e Latina.
L’Africa, pur provata più di altri continenti dai conflitti e dalle povertà, si distingue per un trend positivo sia nella diminuzione costante del numero delle esecuzioni che nell’aumento dei Paesi che attuano una moratoria de facto. Prima del 2002 dieci Paesi africani hanno abolito de iure la pena capitale (Sud Africa, Angola, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gibuti, Guinea-Bissau, Mauritius, Mozambico, Namibia e São Tome e Principe). Altri dieci sono considerati abolizionisti de facto (Benin, Burkina Faso, Repubblica del Congo (Brazaville), Gambia, Madagascar, Mali, Niger, Repubblica Centro Africana, Togo). In più di metà dei Paesi africani nessuno viene più messo a morte. Anche Liberia e Senegal da qualche hanno sono entrati nel novero dei Paesi
abolizionisti, mentre nel resto del continente africano diversi sono i Paesi che stanno compiendo progressi significativi: così il Rwanda, Marocco, Zambia, Malawi.
In questa direzione, nuove strategie e visioni comuni sono state accese a partire dal Convegno “Africa for life”, che per iniziativa della Comunità di Sant’Egidio vide riuniti a Roma nel novembre 2005 dodici Ministri della Giustizia del Continente assieme a giuristi e politici europei. l’Africa e le città africane continueranno ad essere tra le protagoniste della prossima Giornata Mondiale delle Città per la Vita/Città contro la Pena di Morte per il 30 Novembre 2011.
In questa Giornata, Borgo Tossignano e migliaia e migliaia di altre Città per la vita, si uniranno idealmente manifestando una accanto all’altra, per dire insieme NO alla pena di morte e affermare con la loro voce, l’espressione di una autentica cultura e civiltà della vita.
No Justice Without Life!