L’insostenibile leggerezza di amministrare una Regione virtuosa

Il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni Vasco Errani e’ tormato a criticare le misure del Governo.

Errani sostiene: ”Il taglio previsto di 7,5 miliardi nel 2013 e 2014 è oggettivamente insostenibile. Il rischio è  evidente ed oggettivo: tutte le regioni, anche quelle virtuose, rischiano il default del sistema. Tutto questo viene poi, paradossalmente, in un sistema sanitario che in questi anni e’ l’unico comparto dell’amministrazione pubblica che ha ridotto la spesa tendenziale, come è asseverato dalla Corte dei Conti e dalla Banca d’Italia”.

Condivido la preoccupazione del Presidente Errani, ma non ne condivido la demagogica strumentalizzazione. Errani, fa propaganda elettorale quando attribuisce  le colpe al governo nazionale, e per questo lo invito ad una riflessione. L’obiettivo non è quello di rispondere ad una polemica strumentale e demagogica, con altrettanto populismo, ma se non altro mettere dei puntini sulle i.

Ora, fatto salvo che si debba tagliare le spese per riportare i conti dello Stato ad una situazione accettabile. Fatto salvo, che si possa ottenere questo risultato senza tagliare sui settori vitali per i cittadini e per il Paese, come, sono appunto, la sanità e i servizi, porgo un cordiale invito ad Errani a non errare lasciandosi andare ad esternazioni propagandistiche, inoltre, prima di criticare le scelte del Governo nazionale, lo invito a guardare alle scelte fatte in casa propria .

In particolare, sarebbe interessante sapere dagli ottimati della sinistra, ed in particolare dal Governatore di una Regione tra le più virtuose d’Italia,  se è colpa del Governo nazionale, impiegare 20 anni per costruire l’Ospedale di Cona (Fe) e far lievitare un preventivo si spesa dai 50 milioni di euro iniziali ai 500 milioni di euro finali.

Ora, senza entrare nei dettagli, e soprattutto nel merito delle scelte, vorrei invitare Errani alla riflessione sul Bilancio della Regione Emilia Romagna da lui governata.

Credo che sia lecito che Errani si chieda se era prioritario o se invece si poteva rinunciare, ad esempio a: spendere 600mila euro per le missioni nel mondo dei consiglieri e assessori; se era opportuno spendere 5 mln di euro per rinnovare il parco auto; se era prioritario spendere 3 mln di euro per la consulta emiliano romagnola nel mondo; se era così indispensabile finanziare il mantenimento della cultura rom e sinti; se era fondamentale finanziare i teatrini erranti; se non se ne poteva fare a meno di finanziare con 70mila euro una cooperativa agricola a Cuba; se finanziare un allevamento di polli, uno di conigli e un’altro di capre, era così determinante per nostri bisogni alimentari; se non avesse finanziato la Biblioteca dei giocattoli, avrebbe messo in crisi l’armoniosa crescita dei bambini?; se, la scelta di finanziare la promozione dell’attività di ricamo delle donne palestinesi è per la sinistra un fattore determinante per l’integrazione…; se invece di spendere 20mila euro per acquistare  7 dromedarie da latte dal Sahara, che  producono 4 litri al dì di latte (un quinto di mucca) non era meglio con quei 20mila euro salvare molte più vite uamne attraverso dei vaccini?; se è uno scopo nobile  quello  di finanziare una comunità di recupero per giocatori d’azzardo oppure dare l’opportunità agli amici degli amici di far riaprire un agriturismo chiuso.

Mi fermo qui altrimenti è retorica anche questa…. mi pare però, che chi ha le travi negli occhi cerchi di vedere le pagliuzze negli occhi altrui.

Ora, aldilà della retorica, della demagogia e della propaganda elettorale e del populismo, l’invito che rivolgo al presidente Errani, è il seguente: Pensiamo alla spesa pubblica, come alle medicine. Le medicine si dividono in categorie: ci sono quelle ottimali, quelle utili, quelle inutili e quelle dannose. Per la spesa pubblica è la stessa identica cosa. Quando occorre fare delle scelte per il bene comune e con i soldi dei contribuenti, pensare alle medicine è una gran medicina.

Insomma caro presidente Errani, è ora di finirla, ne abbiamo abbastanza di gente che predica bene e razzola male…è pieno il mondo.

E’ ora di cominciare a pensare ad una civiltà che va oltre lo spreco, dobbiamo pensare ad una società che rinnega i privilegi. Occorre orientarci sulla politica etica, sulla morale della politica. Bisogna  cominciare a razionalizzare seriamente le risorse umane. Occorre ottimizzare veramente le risorse economiche. Rompiamo lo schema, distogliamo l’attenzione dai problemi e focalizziamoci sulle soluzioni.

Se si riuscirà a fare questo, scopriremo che molti risultati si otterrano soltanto cambiando l’atteggiamento. Buon lavoro!