Nelle scorse settimane le agenzie di rating, Moody’s e Fitch, hanno abbassato i loro giudizio sul nostro Paese cagionandoci danni notevoli giacchè è cosa nota che l’abbassamento del rating fa si che i titoli, con cui l’Italia chiede denaro in prestito, debbano essere pagati ad un prezzo superiore.
Molti, sanno che l’origine di ciò è dovuta non alla reale perdita di credibilità del nostro Paese ma ad una forte speculazione finanziaria internazionale a nostro danno. Non è uno scenario fantasy, ma la realtà! La prova è stata fornita da un articolo apparso il 10 ottobre u.s. sul Financial Times, giornale noto per non essere troppo tenero nei confronti del governo italiano. L’autorevole giornale inglese ha accettato, abtorto collo, di pubblicare un editoriale dell’Economic Chief di Unicredit Bank, Erik Nielsen in cui viene spiegato che il debito dell’Italia, nonostante il declassamento sia migliore del debito inglese.
Orbene il paragone non è casuale visto che è noto che le economie dei due Paesi si equivalgono. Infatti, anche se da un lato il debito pubblico dell’Italia è più elevato di quello del Regno Unito, dall’altro il settore privato degli italiani gode di bilanci più sani rispetto agli inglesi.
Circa le misure intraprese per superare le rispettive crisi, il giornale inglese conferma che le nostre sono state più severe e più efficaci.
Aldilà dei numeri aridi viene dimostrato che l’Italia, ha iniziato la fase economica più difficile dei prossimi anni con un mordente maggiore e comunque con un bilancio capace di generare un avanzo primario. Pur non di meno noi paghiamo un interesse intorno al 5%, mentre loro pagano appena l’1,6%.
Di fronte a queste cifre inequivocabili e che fotografano bene la situazione, non si può non comprendere che ai danni dell’Italia vi sia un vero e proprio complotto ordito allo scopo di farlo apparire come uno Stato potenzialmente insolvente, al fine da imporre tassi di interesse quasi “a strozzo”.
Ma si sa che gli speculatori sono spregiudicati e che sono disposti a far fallire uno Stato e mandare sul lastrico milioni di famiglie.
Ma la domanda da porsi è però questa: in Italia come stiamo reagendo? Ritengo scandaloso che la maggioranza dei mass media italiani, guarda caso tutti politicamente schierati, anziché dare adeguate spiegazioni al Paese convincendolo a “fare quadrato” per difendersi dai “pirati” che ci vogliono assalire, si rendano invece complici della speculazione contribuendo a gettare fango.
Della serie: a costoro non importa nulla degli italiani, a loro importa solo abbattere il “tiranno”. Costoro, se fossero veri difensori degli interessi legittimi del Paese non dovrebbero avere dubbi sulle priorità e cioè che prima vengono i propri figli e poi gli avversari politici. Ecco perché ormai anche in Parlamento il Vice Presidente della Commissione Bilancio, Giuseppe Marinello, ha coniato il lessico: “il partito degli anti-italiani”.
Diciamo la verità. Il Bel Paese fa gola perché ha potenzialità e ricchezze nascoste e non. Gli stranieri lo sanno e si vogliono salvare dalla crisi internazionale, fagocitandoci.
Una volta le guerre erano militari, oggi sono finanziarie e nel caso specifico le armi sono le Agenzie di rating, le quali non sono in grado di offrire alcuna garanzia di terzietà e imparzialità come è stato dimostrato decine di volte, e cito per tutti l’esempio arcinoto di Lehman Brothers considerata affidabile una settimana prima dalle Agenzie e poi fallita nell’arco di pochi giorni. Le stesse Agenzie fra l’altro provengono da quegli stessi Paesi per i quali la presenza dell’Italia da protagonista, sullo scenario economico internazionale è di ostacolo ai loro piani.
Questo è il quadro, parola di Financia Times! Adesso agli uomini di buona volontà non resta che spiegare e resistere. Agli altri, che non sono di buona volontà, non resterà che l’ignominia di essere additati traditori della Patria.
On. Alessandro Pagano