Abroghiamo il Circondario Imolese, ma, intanto modifichiamo Art.2 Statuto.

Galeazzo Bignami (PDL) è intervenuto in commissione Bilancio come relatore del progetto di legge presentato a sua firma per abrogare il circondario imolese modificando il capo IV della legge regionale che nel 2004 ha istituto l’ente territoriale.(L.r.6/2004). Bignami: “Con 20 milioni presumibilmente spesi dal 2005 ad oggi per realizzare, tra l’altro, interventi di programmazione urbanistica “mancati”, il Nuovo Circondario Imolese si rivela un’esperienza negativa caratterizzata da una voracità della spesa pubblica per la quale la Regione non ha il potere di verifica e va quindi abrogato. “A fronte di obiettivi dopo 5 anni non ancora raggiunti – continua Bignami –  la Regione avrebbe deciso per gli anni 2011, 2012 e 2013 di elargire un contributo complessivo di oltre 10 milioni di euro di cui soltanto 80.000 in conto capitale (il residuo per andare a finanziare la spesa). Una direzione opposta a quella intrapresa dai provvedimenti per il contenimento della spesa pubblica. A sostegno della sua richiesta, Bignami ha poi spiegato che il Nuovo Circondario Imolese si configura come ente atipico proprio perché se da un lato sussistono delle competenze di livello locale e territoriale, al contempo non è previsto dal Testo unico degli Enti locali, il d.lgs 267/2000. “Il fatto che un ente di secondo grado possa essere istituito secondo legge regionale- ha sostenuto Bignami- consente da un lato al Nuovo Circondario Imolese di non essere assoggettato al patto di stabilità, e al contempo lo sottrae ad ogni valutazione in ordine ad una responsabilizzazione economica, che diversamente dovrebbe essere posta a fondamento di qualsiasi gestione virtuosa di un ente locale.

Armando Manocchia, Consigliere indipendente al Nuovo Circondario Imolese si dice pienamente d’accordo, sia con il giudizio espresso dal Consigliere regionale del Pdl Galeazzo Bignami che sulla sua iniziativa e aggiunge: Intanto, modifichiamo l’Art.2 dello Statuto del Nuovo Circondario: “non si può impedire ai Comuni di uscire, per questo, la scorsa Assemblea ho presentato un O.D.G per modificare l’Art.2 e cancellare la parte che incostituzionale che impedisce ai Comuni che lo volessero la possibilità di recedere.

La modifica dell’Art.2, dello Statuto del Nuovo Circondario Imolese è improcrastinabile – ha aggiunto Manocchia – al fine di cassare una volta per tutte, la parte in cui recita:  Non è ammesso il recesso dei singoli Comuni”.

Gli ottimati della sinistra, dovrebbero tenere in considerazione, che se da un lato, questa “corda al collo”, tiene legati i Comuni aderenti, dall’altra rappresenta una vera e propria preclusione, una barriera per i comuni che eventualmente volessero aderire. Ora – aggiunge – se questo Ente originale? Inconsueto? Strano? Anomalo? o Atipico, come lo definisce Bignami, personalmente l’ho sempre definito inutile, non consente il recesso ai Comuni aderenti, qualche motivo c’è e se c’è dovrà emergere.

L’alternativa? Ce ne sono più di una.

La prima alternativa è quella di modificare l’articolo oggetto della questione e cassare la parte che vieta il recesso.

La seconda, potrebbe essere il recesso dei singoli comuni ammesso solo per unanime volontà dei Comuni aderenti. In questo caso, non comporterebbe nessuna penalità per il Comune recedente.

La terza, nel caso in cui, il  recesso dei singoli comuni, avvenisse senza la unanime volontà dei Comuni aderenti comporterebbe per il Comune recedente la perdita del patrimonio, dei beni mobili e immobili, le attività e le passività investite nell’ente, che confluiranno nel patrimonio del Nuovo Circondario Imolese, e che, in caso di scioglimento, saranno ripartite tra i Comuni restanti in misura proporzionale alla popolazione di ciascuno. Un costo troppo grande per rinunciare per motivi non validi.

Manocchia sostiene che non si può continuare a mantenere un articolo che limita uno dei più elementari diritti quello del recesso, specialmente in uno Statuto di un Ente i cui fini sono quelli di unire e non di dividere,  La cosa che meraviglia, è che qeusta situazione è somiglia a quelle truffe commerciali dove non vogliono concedere il diritto di recesso sui beni ceduti. Tutto ciò, invece,arriva per “merito” di quei progressisti,  paladini dei diritti e difensori delle libertà (le loro forse?).