Di una vera e propria emergenza abitativa si e’ parlato nella Commissione Pianificazione territoriale e urbanistica in Provincia di Bologna.
Vi è la necessità di ripensare le politiche abitative: la maggior parte, degli alloggi che compongono il patrimonio di edilizia residenziale pubblica in provincia di Bologna è di case medie (20.654 alloggi, di cui il 65% localizzato nel comune
capoluogo). Ma essendo cambiate le esigenze di chi ne fa spesso (nuclei familiari formati da un sola persona), occorrerebbero monolocali o bilocali.
Proprio sul tema delle politiche abitative e’ in dirittura d’arrivo un accordo territoriale metropolitano che, promette il vicepresidente della Provincia Giacomo Venturi, dovrebbe essere firmato per la fine dell’anno.
I punti chiave, a cui lavorare in un’ottica di collaborazione metropolitana, sono: aprire il mercato incoraggiando l’imprenditoria‘sociale’ che realizzi edilizia popolare, riqualificare il patrimonio Erp esistente, rilanciare il ruolo di Acer e ripensarne le funzioni.
Intanto, il disagio abitativo a Bologna e provincia cresce e non di poco. Infatti, sono oltre 15.000 le famiglie in graduatoria Erp (e le assegnazioni procedono nell’ordine di 650 all’anno) e sono almeno il doppio quelle alle prese con problemi economici, che faticano ad arrivare alla fine del mese. Tutto questo mentre vengono meno i finanziamenti di Stato e Regione in tema di politiche abitative (quasi 75 milioni negli ultimi 10 anni) e il numero degli sfratti continua a crescere inesorabilmente: nel 2010, nel bolognese, ce ne sono stati 1.718 (il 54% in provincia), di cui 1.559 (e’ il 90%) per morosità. Una tipologia, questa, che è più che triplicata rispetto a nove anni fa (nel 2001 quelli per morosità erano 490 su un totale di 779).