Se la mente, data l’età avanzata, non m’inganna, Berlusconi decise di mettere mano all’attuale legge elettorale anche in risposta a una precisa sollecitazione di Casini.
Una leggenda metropolitana, ormai consolidata, vuole la legge elettorale definita “porcata” da Calderoli, che la confezionò.
Pochi ricordano, e molti l’hanno dolosamente “dimenticato”, che Calderoli reagì alla volontà di Ciampi di pretendere il calcolo dei voti per il Senato su base regionale anziché nazionale, come avviene per la Camera.
Calderoli si rese subito conto che ci sarebbe stato il rischio evidente di maggioranze diverse nei due rami del Parlamento. Da lì la sua definizione. Porcata sì, ma per volontà di Ciampi.
Piacque inoltre alle segreterie dei partiti poter eleggere i candidati da loro preferiti, per effetto della posizione assegnata ad essi in ogni lista. Nessuno dovrebbe più chiamarsi fuori al riguardo. La “porcata” fu gradita a tutti, meno a Calderoli che la subì.
Guglielmo Donnini