Al Consiglio di sicurezza dell’ONU otto paesi su 15 sono pronti a votare a favore del riconoscimento della Palestina. L’annuncio e’ stato dato dal ministro degli esteri dell’Authority in un’intervista alla radio Voce della Palestina.
Il Consiglio di sicurezza affronta la mozione di riconoscimento avanzata dalla Palestina.
Nonostante che gli Stati Uniti abbiano anticipato che ricorreranno all’arma del veto, il dibatitto e’ molto intenso.
Questa la posizione della Russia e’ stata illustrata dal ministro degli esteri Serghej Lavrov: “La soluzione puo’ venire soltanto dal dialogo e dal negoziato. I principali paramentri sono stati gia’ indicati nella dichiarazione del “Quartetto” il 23 settembre.”
Dalla crisi, sottolinea Lavrov, si potra’ uscire esclusivamente attraverso la coesistenza in pace e in sicurezza di uno stato israeliano e di uno stato palestinese.
Per avviarsi su questa strada bisogna pero’ quantomeno riprendere le trattative.
Il quartetto dei negoziatori internazionali (di cui fanno parte Russia, Stati Uniti, Onu e Unione Europea) ha avanzato delle precise e rigide condizioni a Israele e a Palestina: vertice entro un mese, tre mesi per accordarsi sui problemi del territorio e della sicurezza, sei mesi per dare una soluzione a tutti gli altri.
Intanto, gli israeliani intendono costruire altri 1100 edifici a Gerusalemme est che i palestinesi guardano come alla loro futura capitale.
Questa decisione e’ stata fortemente criticata. La Francia ha parlato di una provocazione mentre il rappresentante del Dipartimento di Stato americano ha annunciato che la Casa Bianca è fortemente amareggiata.
Oggi la Palestina e’ riconosciuta da 131 paesi, i due terzi dell’Assemblea Generale dell’ONU.
Anche se la loro mozione sara’ respinta, i palestinesi hanno constatato che la maggioranza e’ dalla loro parte, come dimostra lo scrosciante applauso che ha accolto il discorso.
Intanto al Consiglio di sicurezza dell’ONU otto paesi su 15 sono pronti a votare a favore del riconoscimento della Palestina. L’annuncio e’ stato dato dal ministro degli esteri dell’Authority in un’intervista alla radio Voce della Palestina.