Anzola, Calderara di Reno, Crevalcore, Sala Bolognese, San Giovanni in Persiceto e Sant’Agata Bolognese. Sono questi i 6 Comuni in provincia di Bologna che dal prossimo primo gennaio saranno ufficialmente riuniti nella nuova Unione terre d’acqua, presentata oggi in conferenza stampa dalla Regione Emilia Romagna. Oltre 80 mila gli abitanti coinvolti nel percorso di passaggio dall’associazione al nuovo ente giuridico, voluto dai sindaci e sostenuto da via Aldo Moro.
“L’obiettivo è realizzare, insieme agli enti locali, una riforma che aiuti ancor più il consolidamento delle Unioni”, ha sottolineato la vicepresidente della Regione Simonetta Saliera, intervenuta insieme ai sindaci Loris Ropa (Anzola dell’Emilia), Irene Priolo (Calderara di Reno), Claudio Broglia (Crevalcore), Valerio Toselli (Sala Bolognese), Renato Mazzuca (San Giovanni in Persiceto) e Daniela Occhiali (Sant’Agata Bolognese).
“Vogliamo far sì che le funzioni fondamentali siano esercitate all’interno delle Unioni – ha aggiunto Saliera – per garantire non solo risparmi ma anche il reinvestimento delle risorse e valorizzare, mantenere e dove possibile aumentare i servizi ai cittadini”. In concreto l’Unione metterà in comune Polizia locale, catasto, Protezione civile, servizi sociali, informatici e ufficio personale.
Si tratta di funzioni che già da alcuni anni sono gestite in forma associata dai sei Comuni, consentendo di offrire servizi più capillari e organizzati ai cittadini e alle imprese, di contenere i costi di gestione e di ottenere un migliore accesso ai contributi regionali e pubblici. Per il futuro, invece, saranno presto messe allo studio anche altre ipotesi di uffici unici. L’Unione, come ente giuridico, avrà una giunta (composta dai sindaci dei 6 Comuni) e un consiglio di 24 componenti (18 consiglieri comunali già eletti nei Comuni e i 6 Sindaci), tutti senza alcuna indennità aggiuntiva.
Complessivamente per il 2011 la Regione ha stanziato oltre 25 milioni di euro a sostegno dell’associazionismo fra Comuni. In particolare 5 milioni di euro per i servizi e 2 milioni per le innovazioni tecnologiche degli uffici comunali. Attualmente già il 53% dei residenti in provincia di Bologna vive in Comuni che fanno parte di forme associate. Dal primo gennaio 2012 nel bolognese ci saranno, dunque, un’associazione di Comuni, 7 Unioni di Comuni e 1 Comunità montana.
In tutta l’Emilia Romagna, invece, sono 33 le Unioni (171 Comuni in cui risiede il 35% dei cittadini regionali), cui si aggiungono 10 Comunità montane (95 Comuni) e 9 Associazioni (39 Comuni). Escludendo i Comuni capoluogo e quelli più grandi, sono solo 33 i piccoli Comuni (sui 348 totali) che ancora non fanno parte di alcuna forma associata.
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