Oltre 160 persone sono state arrestate in Bulgaria nel corso delle manifestazioni che per la seconda notte di seguito sono avvenute principali città del paese, dopo gli scontri tra un clan Rom e gli abitanti di un villaggio.
Secondo la polizia, che ha diffuso un comunicato, hanno partecipato complessivamente alle proteste circa 2.200 persone.
Le dimostrazioni sono state innescate dai più gravi scontri avvenuti negli ultimi anni in Bulgaria, il paese più povero dell’Unione europea.
Centinaia di giovani, frustrati per la mancanza di opportunità in un clima di debole ripresa economica e in quello che in molti descrivono come un clima di impunità per il crimine organizzato, hanno manifestato in 14 città.
“Un totale di 168 persone sono state arrestate per turbativa dell’ordine pubblico, in maggioranza; per possesso di piccole bombe, coltelli, mazze, tubi, martelli da carne”, dice un comunicato del ministero dell’Interno.
La tensione è salita dopo che gli abitanti di Katunitsa, 160 km a est di Sofia, hanno accusato il capo Rom Kiril Rashkov della morte di un 19enne, e hanno appiccato al fuoco a numerose sue case e vetture nelle fine settimana.
Oggi la polizia ha reso noto che Rashkov è stato arrestato per minacce.
Il ministro della Giustizia ha lanciato un appello ad arrestare subito che incita alla tensione etnica e razziale nel paese balcanico, in cui i Rom rappresentano il 5% della popolazione. (reuters)