Mentre mezzo mondo si scandalizza per la pena di morte inflitta a Troy Davis, che sarà giustiziato in Georgia per aver ucciso un poliziotto nel 1992, i paladini dei diritti umani tacciono su altre situazioni, che a nostro avviso sono altrettanto gravi.
E’ stato impiccato all’alba a Karaj, a ovest di Teheran, il 17enne Alireza Molalhsani, condannato a morte per l’omicidio del campione di sollevamento pesi iraniano Rohollah Dadashi.
Lo ha riferito l’agenzia d’informazione ‘Irna’, secondo cui una grande folla ha assistito all’esecuzione, avvenuta nella stessa via dove a luglio era stato assassinato Dadashi, definito dai media ‘l’uomo piu’ forte dell’Iran”.
A nulla sono valse le dichiarazioni del giovane che durante il processo dichiaro’ di aver agito per autodifesa dopo una lite.
Nessuno ha mosso un dito per questo ragazzo minorenne, ucciso nell’indifferenza generale, dopo un brevissimo processo.
Per “risparmiare vita” a Troy Davis si è invece mosso anche il Consiglio d’Europa, il cui segretario generale, Thorbjorn Jagland, ha lanciato un appello agli Stati Uniti a “risparmiare la vita” dello statunitense, la cui esecuzione è prevista oggi malgrado un’intensa mobilitazione internazionale. “La ragione non è solo la nostra contrarietà alla pena capitale, ma soprattutto i seri dubbi che persistono sulla sentenza di condanna”, dichiara in un comunicato. “In quanto segretario generale del consiglio d’Europa, lancio un appello alle autorità statunitensi competenti a trovare un mezzo per risparmiare la vita a Troy Davis”, afferma auspicando che questo appello nonsia ricevuto come “un’ingerenza”.