BOLOGNA- Quasi 11.000 potenziali evasori: è il numero di casi ‘sospetti’ individuati dai Comuni dell’Emilia-Romagna in sei mesi, da gennaio a giugno 2011. Il maggior imponibile fiscale accertato “si aggira intorno agli 87 milioni di euro (+54%), e la maggiore imposta accertata supera i 16 milioni di euro”. Il dato è emerso questa mattina nel corso del convegno “Per la legalità fiscale” organizzato a Bologna dalla Cgil Emilia-Romagna.
Le 10.963 segnalazioni per evasione fiscale inviate in questi sei mesi all’Agenzia delle entrate (in ossequio all’apposito protocollo anti-evasione firmato con l’Anci, a cui hanno già aderito 242 su 348 Comuni emiliano-romagnoli), spiega a conclusione del suo intervento Anna Salfi della segreteria regionale Cgil, sono state 10.963, “più del 51% del valore dell’intero anno 2010”. Tra i Comuni che si sono distinti per numero di segnalazioni ci sono quelli di Bologna, Modena e Ravenna. Il dato sulla ‘montagna’ di segnalazioni di potenziali evasori non è l’unico: i settori più interessati sono quelli dell’edilizia e del patrimonio immobiliare, spiega Salfi, poi vengono le dichiarazioni dei redditi di cittadini che risultano avere redditi importanti e alti tenori di vita, eppure per il Fisco erano poveri se non addirittura nullatenenti.
Proprio contro questa specie di ‘furbi’, spiega Salfi, “poco più di 250 controlli hanno portato in evidenza un’evasione di circa cinque milioni di euro”. Un altro dato interessante è quello relativo alle operazioni fiscali ‘sospette‘: stando ai dati elaborati di Bankitalia, le segnalazioni in Emilia-Romagna sono passate dalle 1.000 del 2008 alle oltre 3.000 nel 2010. “Nel primo trimestre di quest’anno il dato è 1.250, pari all’8% del dato nazionale contro il 7% del 2008”.
Sul fronte delle operazioni finanziarie sospette, prosegue Salfi, va detto che l’Emilia-Romagna mantiene numeri molto lontani da quelli di altre regioni. “Tuttavia si denota un significativo incremento in termini percentuali ed assoluti”. Le segnalazioni sono cresciute soprattutto a Rimini e Modena, mentre hanno numeri contenuti Ravenna e Piacenza. “Il volume maggiore in assoluto si riscontra nel territorio di Bologna, con 549 segnalazioni”. Da evidenziare il fatto che sono “poche, solo 18, le segnalazioni arrivate da professionisti ed altri operatori economici non finanziari”. Di 18, nove sono state effettuate da notai, dunque pubblici ufficiali.
Salfi si è soffermata anche sui dati dei beni confiscati in Emilia-Romagna: in tutto 107 unità, all’1 settembre scorso, di cui 83 immobili e 24 aziende. Sul totale di 107, ce ne sono 12 già in gestione (“Troppo pochi” dice Salfi), 51 ‘destinati’ e consegnati, sei quelli ‘destinati’ ma non ancora consegnati. Il record arriva anche in questo caso dalla provincia di Bologna, “con 38 beni sottratti alla criminalità”. Segue la provincia di Forlì, che pur essendo piccolo ha “28 immobili sotto sequestro”. Ma c’è un ‘ma’: “Nonostante tutto l’Emilia-Romagna si posiziona, con il suo 0,95%, incredibilmente al di sotto di altre regioni”. In Sicilia si tocca l’apice del 44%, in Campania si arriva al 15% e in Calabria al 13%. Ma l’Emilia-Romagna stacca di molto anche la Lombardia (8,57%), la Puglia (8,21%) e il Lazio (4,54%).
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