L’esigenza di sottolineare il rito dell’ampolla, e la paura della fronda; mescolati a una senescenza impietosa e aggressiva, costringono Bossi a parlare di elezioni anticipate e secessione. A sinistra vorrebbero rifare l’Ulivo partendo dal tronco: Pd + Idv + Sel annunciano un patto di ferro, in attesa di eventuali “new comers”.
Casini tenta di rianimare un terzo polo, sempre più sbertucciato dalla preagonia di Fli, ben rappresentata dalla triste faccia del suo leader. I sondaggi indicano il partito che prende più “voti”: l’ASTENSIONE; formato soprattutto da potenziali elettori di destra.
Molti temono un governo delle sinistre e sarebbero pronti a mobilitarsi di fronte a un progetto serio; di sicuro non quello dei fighetti chiomati e attempati alla Montezemolo, titillatore di folle (o follie ?) ampezzane; con i quali, pure imbraccialettati, nulla avrebbero da spartire.
Se Alfano avesse gli speroni, ma è tutto da dimostrare, potrebbe essere la soluzione leadership per il centrodestra. Su tutto, la debolezza quasi cronica della politica, disposta, o rassegnata, a passare la mano a coloro che si sono serviti della politica (come sempre) per le scalate e la privatizzazione dei profitti o la socializzazione delle perdite.
Dopo un giro di valzer, lor signori torneranno all’aureo “particulare”, lasciando il mitico e volgare cetriolo a chi sappiamo. Vogliono fare il funerale al Caimano, certi politici di casa nostra, senza accorgersi che anch’essi sono virtualmente nella bara. PARCE SEPULTIS.
Guglielmo Donnini