E’ Faust di Alexandr Sokurov ad aggiudicarsi il Leone d’Oro della 68° edizione della Mostra internazionale di Arte cinematografica di Venezia. Questo il giudizio unanime della Giuria, presieduta da Darren Aronofsky e composta da Eija-Liisa Astila, David Byrne, Todd Haynes, Mario Martone, Alba Rohrwacher e André Techiné.
«Ci sono film che fanno piangere, ridere, pensare, commuovere, film che cambiano per sempre le vite. E questo è uno di quei film», ha dichiarato Aronofsky motivando il Leone d’Oro.
«Sono molto contento perché per una cosa così piccola ho dovuto percorrere una strada così lunga. La mia gioia è enorme», la risposta di Sokurov.
Il film del regista russo, uno fra i più apprezzati dal pubblico e dalla critica in queste ultime giornate della Mostra, ha superato gli altrettanto favoriti Carnage di Roman Polanski e The Ides of March di George Clooney.
Entrambi sono rimasti a digiuno anche di una Coppa Volpi per i migliori attori protagonisti, che avrebbero meritato tanto Kate Winslet quanto Ryan Gosling, e che invece sono andate a Michael Fassbender per il film Shame di Steve McQueen e a Deanie Yip per Tao Jie di Ann Hui.
Fassbender era anche il co-protagonista, a fianco di Viggo Mortensen e di Keira Knightley, del film A Dangerous Method di David Cronenberg, anch’esso in concorso.
Il Leone d’Argento per la migliore regia è andato al cinese Shangjun Cai per Ren Shan Ren Hai, il film a sorpresa di questa Mostra.
Come da tradizione, se il film in concorso che viene svelato nel corso del festival proviene dall’estremo Oriente, tanto apertamente amato dal Direttore Marco Muller, è più facile che arrivi ad aggiudicarsi qualche riconoscimento. Se non addirittura a vincere, come è successo a Still Life di Jia Zhangke alla Mostra di cinque anni fa.
Terraferma di Emanuele Crialese si aggiudica, un po’ a sorpresa, il Premio speciale della Giuria.
«Mi sento una persona molto fortunata e privilegiata», ha dichiarato Crialese. «Ringrazio i pescatori e gli uomini di mare, tutti gli abitanti delle isole Linosa e Lampedusa per avermi insegnato a guardare oltre orizzonti spesso un po’ stretti. Loro mi hanno sempre sostenuto e aiutato».
E chissà che questo riconoscimento non permetta a Terraferma di essere non soltanto designato per rappresentare il nostro paese nella corsa verso il Premio Oscar per il miglior film straniero (al posto di Habemus Papam di Nanni Moretti?), ma di riuscire a fare parte della cinquina finale. Come è già accaduto per Nuovomondo, grazie a quel Leone d’Argento istituito appositamente per premiare il film d’esordio di Crialese sempre nel 2006.
La sorpresa per l’Italia, però, non è finita: a Là-bas, opera prima di Guido Lombardi presentata alla Settimana della Critica, vanno i 100mila dollari del Premio De Laurentiis.
In comune con Terraferma, la riflessione su un argomento più che mai attuale, quello dell’immigrazione.
Luca Balduzzi