“La Cgil rappresenta oggi l’Italia migliore”: così Vendola durante la kermesse romana dello sciopero del 6 settembre. Sono felicissimo di far parte dell’altra, ma non ci avevo ancora pensato finché Vendola, con la sua iperbole, l’ha fatto venire a galla.
Succede spesso di non rendersi conto di aspetti importanti, quasi per mancanza di riflessione; poi arriva il tizio che gira l’interruttore, accende la luce e tutto appare più chiaro. L’aedo pugliese ha questa singolare capacità: ogni volta che parla (basti pensare al famoso proclama di Piazza Duomo) ti rende felice dell’appartenenza all’altra parte politico-sindacale; e sottolineo politico-sindacale, affinché le scelte di Vendola in materia sessuale restino escluse dal contesto e non finiscano, come spesso succede, nel calderone della polemica.
Ciascuno gestisca il sesso come vuole. E così dovrebbe accadere per i vari aspetti della vita; altrimenti il libero arbitrio andrebbe a farsi benedire. Le appartenenze sono l’essenza stessa della politica:non c’è politica se non c’è appartenenza. Dichiararsi omosex oppure omofobo è tutt’altra cosa, ma, soprattutto a sinistra, amano farne argomento di battaglia politico-antropologica. L’orgoglio gay è nato da quelle parti e continua ad essere coltivato da quelle parti.
Io, volgarissimo appartenente alla destra liberale, non ho mai confuso le mie copule etero con la politica. Potrebbe essere soltanto un discorso pretestuoso, brandito per spirito polemico, mentre è invece la realtà stessa della vita dalla quale spesso ci distraiamo per labilità mentale. Basta! Sennò mi perdo. Diavolo d’un Vendola
Guglielmo Donnini