Venezia 68: Carnage – Roman Polanski

 

Carnage
Nazione: Francia, Germania, Polonia, Spagna
Genere: Commedia, Drammatico
Regia: Roman Polanski
Cast: Kate Winslet, Christoph Waltz, Jodie Foster, John C. Reilly
Produzione: Constantin Film Produktion GmbH, France 2 Cinéma, SBS Productions, SPI Film Studio, Versatil Cinema S.L.
Distribuzione: SBS Productions, Medusa

E’ l’assenza di Roman Polanski a caratterizzare la presentazione di Carnage, il terzo film in concorso alla 68° edizione della Mostra internazionale di Arte cinematografica di Venezia.
E della vicenda giudiziaria che vede protagonista il regista polacco naturalizzato francese ha risentito anche la genesi di Carnage. Con Yazmina Reza, l’autrice dello spettacolo teatrale di grande successo di cui il film è la trasposizione sul grande schermo, Polanski aveva discusso di un possibile acquisto dei diritti per un adattamento cinematografico proprio due giorni prima del suo arresto in Svizzera di due anni fa.
Ma forse la lavorazione di una black comedy non avrebbe potuto prendere il via in nessuna altra maniera.

Black perché il conflitto né è l’argomento dominante.
Un contrasto che è prima di tutto fisico, quando al parco giochi scoppia un violento litigio fra due undicenni, da cui uno dei ragazzini esce con un labbro sanguinante, la rottura di due incisivi e la lesione di un nervo a causa di una bastonata.
Una situazione che di trasforma ben presto in uno scontro anche verbale, nel momento in cui le famiglie dei due undicenni decidono di incontrarsi per cercare di risolvere in maniera pacifica quello che è accaduto.

La Reza mette in scena il profilo più oscuro della borghesia, quello che nella vita di tutti i giorni viene ammaestrato come si fa con alcuni animali da compagnia (i criceti, per esempio), e mantenuto nascosto dietro ad una maschera che ha la stessa funzione di quelle gabbiette in cui facciamo vivere quei piccoli animali.
L’incontro fra le due coppie, quotidianamente educate e perbene, degenera in un gioco al massacro in cui viene meno qualsiasi struttura della normale convivenza civile, in cui non esiste più alcun ruolo ma tutti combattono contro tutti.
E in quel momento si dà sfogo ai propri impulsi più primitivi, si esternano i propri reali sentimenti e pensieri e con essi le invidie e le ipocrisie, partono le imprecazioni e gli insulti, si formano improvvisamente fugaci alleanze che altrettanto velocemente si sfaldano e tornano a formarsi con altre persone.

Il tutto avviene sotto lo sguardo apparentemente invisibile di Polanski. Il regista non soltanto rispetta l’unità di luogo del testo teatrale, e si concede esclusivamente due ellissi temporali nell’introduzione e nel finale, ma lascia da parte qualunque virtuosismo di stile: un taglio dell’inquadratura tradizionale, niente piani sequenza e movimenti della macchina da presa ridotti all’essenziale, un montaggio rapido e funzionale ai dialoghi incalzanti della sceneggiatura.
Il vero lavoro è prima di tutto sullo spazio, attraverso una scenografia ricca di dettagli che diventa una rappresentazione essenziale dello spirito del film, nello stesso modo in cui avviene sul palco di un teatro. E poi sulla direzione degli attori, tre Premi Oscar che confermano di essersi meritati quel riconoscimento (Jodie Foster, Christoph Waltz e Kate Winslet), e uno straordinario John C. Reilly.

Luca Balduzzi