PENATI – Altro che macchina del fango!

Singolare esternazione del Sindaco di Imola Daniele Manca: “La vicenda Penati non intacchi il Pd”

Daniele Manca

Il Sindaco – bisogna ammetterlo, con molto coraggio – rivendica la serietà del Pd e definisce assolutamente personale la vicenda giudiziaria che ha coinvolto a Milano Filippo Penati
Daniele Manca, sostiene: “La vicenda giudiziaria di Penati è personale e la destra non può utilizzarla per gettar fango su Bersani, onesto e pulito”. E poi aggiunge: “Rifiutiamo la logica di chi vuole usarla per gettare fango sul Pd e sul suo segretario”.

Bene Sindaco, cominciamo col dire che per un personaggio pubblico o politico, non c’è nulla di personale.

Poi, a proposito di etica, Manca si abbandona ad una esternazione di Luigi Berlinguer: “si definisca un codice etico in grado di salvaguardare, di fronte a queste vicende, i valori e la credibilità del nostro partito” – secondo Berlinguer – “tuttavia il Pd è un partito sano, nel quale ha sempre prevalso, a differenza che altrove, la volontà di salvaguardare prima di tutto le Istituzioni, tenendo separate con dimissioni tempestive le vicende giudiziarie dei singoli dalla credibilità delle amministrazioni rappresentate”.

Caro Sindaco, lasciamo perdere l’etica, la morale, la serietà, la coerenza, sono fattori che non “abitano” la politica di oggi.. Altro che macchina del fango! Quello di Penati è solo l’ultimo caso che scuote il Pd. Solo nell’ultimo anno diversi esponenti (la cosiddetta carica dei 101)  del partito democratico o persone ad esso vicine è finito sotto i riflettori della magistratura. Dai consulenti di partito, agli esponenti parlamentari sono stati iscritti nel registro degli indagati.

Sindaco, altro che macchina del fango! E Flavio Delbono, ex sindaco di Bologna?  E Agazio Loiero, ex governatore della Calabria? E Antonio Bassolino? E Rosa Russo Iervolino? Questo solo per citarne alcuni….
Ma se vuole continuo, magari solo i casi più eclatanti, PENATI a parte, perché è l’ultimo caso. Il vicepresidente del Consiglio regionale lombardo è indagato per concussione e corruzione in un’inchiesta della procura della Repubblica di Monza in merito all’area Falck di Sesto San Giovanni. L’ipotesi di accusa parla di quattro miliardi di lire di tangenti pagate tra il 2001 e il 2002.

DE LUCA: Il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, è stato indagato per abuso d’ufficio per il Crescent, mega complesso edilizio in costruzione sul lungomare della città campana

PRONZATO: L’ex consigliere dell’Enac nonché ex responsabile nazionale per il trasporto aereo del Pd era stato arresto in merito a una indagine per corruzione della procura di Roma sull’appalto sui voli tra l’Isola d’Elba, Firenze e Pisa. Ora è tornato in libertà

TEDESCO Il senatore del Pd, Alberto Tedesco è indagato nelle inchieste sulla gestione della sanità regionale. La procura di Bari ha chiesto il suo arresto, sul quale il Senato si pronuncerà oggi.

MORCONE Almeno secondo il Fatto il direttore dell’agenzia nazionale dei beni confiscati e candidato del Pd a Napoli è il principale indagato nell’inchiesta del pm Henry John Woodcock sull’assegnazione degli appalti per l’assistenza ai rifugiati per abuso d’ufficio, turbativa d’asta e truffa.

CASALE L’immobiliarista emiliano, Vittorio Casale, è finito in carcere con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Vicino a Giovanni Consorte, ex numero uno di Unipol, Casale era già finito al centro delle indagini nell’estate dei “furbetti del quartierino”. L’inchiesta, adesso, è della procura di Milano

MORICHINI Vincenzo Morichini è stato uno dei soci di D’Alema nella proprietà della barca a vela “Ikarus”.
E’ accusato di frode fiscale e false fatturazioni. Inoltre è accusato da un imprenditore toscano, Pio Piccini, di aver chiesto finanziamenti alla fondazione dalemiana Italianieuropei e al Pd al fine di ottenere commesse da Finmeccanica.

VITRANO I deputato regionale siciliano Gaspare Vitrano (Pd) è stato arrestato a Palermo il 12 marzo scorso dopo avere intascato una mazzetta da 10mila euro da un imprenditore del fotovoltaico.
Sindaco mi fermo o avanti? Meglio fermarsi qui.

Ma a proposito di Bersani, che Lei definisce onesto e pulito, come dire… “un buon uomo”. Meno male che è così, almeno quello…. Ma se lo ricorda Lei quando  l’onesto e pulito esultava: “Grazie a Penati finisce il berlusconismo”?.

Io lo ricordo ancora, era giugno del 2004 e l’Unità il vostro “concitato” giornale di Partito titolava “Il trionfo di Penati: è la svolta per Milano. La vittoria sull’onda di “Bella ciao”. Filippo Penati ha appena vinto le provinciali battendo la berlusconiana Colli. Arriva al comitato elettorale a braccetto con Pierluigi Bersani – allora responsabile economico dei Ds-.

Ed era proprio l’attuale segretario Pd il più contento della vittoria del carissimo amico Penati, futuro capo della sua segreteria e braccio destro. Bersani esultava per quella vittoria e arrivò a dichiarare “Nel Nord grazie a Penati tira un vento diverso. Il berlusconismo è nato qui e qui tramonta”. Sindaco, comprendo che era completamente in preda all’esaltazione elettorale e si spingeva ad affermazioni azzardate per lodare il suo carissimo amico, ma gliel’ho voluto ricordare proprio perché proprio in quel periodo, il carissimo amico di Bersani, era dedito ad affari loschi, e che poi, approdato in Provincia, avrebbe continuato, ad abbeverarsi ed abbeverare il Suo partito con la famosa  vicenda Serravalle.

Caro Sindaco, “Bisogna che l’imputato si difenda NEL processo e non DAL processo. L’imputato può rinunciare alla prescrizione e chiedere che il processo giunga a sentenza, onde ottenere la piena assoluzione”.
Caro Sindaco, sarebbe troppo facile per un liberale come me, rinfacciare agli illuminati e ottimati uomini di  sinistra come lo è Lei, le frasi tante e tante volte ripetute fino alla nausea.

Voglio invece difendere Bersani e la sua chiarissima affermazione: “Io non sapevo alcunché di quanto viene addebitato dalla magistratura a Penati”. Ricorda quando lo ha detto e ridetto?
Bene Sindaco, come Lei considero Bersani una persona onesta e pulita. Egli, in effetti, non seppe…
Mi chiedo però:  come potrebbe il segretario di un grande partito come il vostro mentire così spudoratamente ai propri elettori?
Ecco perché, fino a inconfutabile prova sovrana in senso opposto, io continuerò a ripetere: Bersani non seppe!

Solo a seguito della acclarata prova di mendacio a carico di Bersani, potrei avventurarmi in un giudizio sull’uomo Bersani; con tutte le cautele che la situazione comporta.  Di Bersani, sono in molti a pensare che è scemo,  ma pensare e dire che non poteva sapere né allora né adesso…significa avvalorare questa tesi – che, detto tra noi Sindaco – è anche la mia.

In conclusione domanderei: può un uomo onesto e pulito come Bersani essere attraversato da un momentaneo, quanto grave, sussulto di imbecillità?  La mia risposta è SÌ.

Cordialità
Armando Manocchia