Chi può dimenticare l’articolo di Vittorio Feltri intitolato “La verità che fa male” apparso il 9 Novembre 2009 sul quotidiano “Il Giornale?”. E’ molto eloquente, il paragrafo dove Feltri dice: “A casa nostra, chi si accoppia con una fanciulla di nove anni è un pedofilo, allora dov’è l’errore della Signora Santanchè quando sostiene che Maometto era un pedofilo?”.
Nessun musulmano potrà querelare la Signora Santanchè perché la storia è innegabile. Una eventuale causa non potrebbe non confermare la pedofilia di Maometto. Lo sanno i musulmani.
Ma guardiamo la cosa dall’altro punto di vista: Questa è la la storia, raccontata dalla protagonista.
Narra Aisha (la moglie bambina di Maometto): Il “Messaggero di Allah” era più vecchio che mio padre, due anni e qualcosa. (Ibn-Asaker, vol. 30, p. 24)”.
Povera bimba, fu maritata con un uomo più anziano di suo padre.
Narra ancora Aisha: Arrivammo nella città di Yathrib (Medina), e mentre dondolavo con l’altalena, venne mia madre, mi pulì il viso con un po’ d’acqua e mi fece entrare in casa.
Il “Messaggero di Allah” era seduto sul letto nella nostra casa. Mi fece sedere sulle sue ginocchia. Gli uomini e le donne uscirono. Il “Messaggero di Allah” si accoppiò con me nella nostra casa. Avevo solo nove anni. (Ibn-Asaker, vol. 3 – p. 197).” Musnad Ahmad ibn Hanbal riporta la stessa storia.
Vi sono maggiori dettagli. In Sahih Al-Bukhari (n. 3605) dice Aisha: stavo giocando, dondolando con l’altalena con mie coetanee, quando venne mia madre, Umm-RUMAN, e mi gridò in faccia, poi mi prese per mano. Avevo il fiatone. Dopo un attimo, ricuperai la mia calma. Mia madre prese un po’ d’acqua e mi lustrò il viso e la testa e poi mi fece entrare in casa. Mi consegnò ad alcune mogli di uomini Ansari, che mi dettero una sistemata. Mi spaventai per l’improvvisa apparenza del “Messaggero di Allah” al quale fui consegnata. Quel giorno avevo solo nove anni.
A proposito delle parole del Corano (Sura LVI, versetti 35/36): “Le abbiamo create ex-novo; le abbiamo fatte di nuovo vergini”, il profeta disse: sono le vecchie di questo mondo quando vanno nel paradiso. Allah fa di loro creazioni nuove, ogni qualvolta i mariti s’accoppiano con loro le ritrovano vergini.
Quando Aisha sentì questo, esclamò: “Che male, che dolore!” Il Profeta disse: Non vi è alcun dolore. (Esegesi di Qurtobi).
Lo sverginamento della bimba Aisha da parte di Maometto fu doloroso, e rimase così vivido nella sua memoria.
Nei libri dei musulmani, Aisha racconta pure i fatti dei primi giorni del “matrimonio”, quando Maometto le rubò l’innocenza della sua infanzia.
Dice Aisha: Durante la mia vita da sposa, quando il “Messaggero di Allah” entrava mentre giocavo con le bambole con le altre ragazzine, le mie amiche scappavano. Ma lui andava fuori, chiamava loro per continuare a giocare con me. (Tabaqat, ossia “Classi Maggiori”, vol. 8, p. 47).
Ecco la moglie bambina.
C’è di peggio. Quello che faceva Maometto prima del misfatto.
Uno sceicco parla di un’usanza islamica poco conosciuta per il grande pubblico: “Mufa’khathat Al-Saghira”, ossia “fra-cosce-mento della bimba”. Lo sceicco c’illumina, noi cani infedeli: “Il Messaggero di Allah” non poteva avere rapporti sessuali con la sua fidanzata, Aisha, per la sua giovane età, allora soleva infilare il suo pene tra le cosce della bimba facendo un leggero sfregamento. Il “Messaggero di Allah” aveva il pieno controllo del suo membro”.
(si veda: http://www.islamic-fatwa.net/viewtopic.php?TopicID=8330. sembra che il sito della fatwa sia stato tolto da Internet. Per vergogna? No, non lo credo, ma forse per nascondere la vera faccia dell’Islam)
Non so veramente da quale manoscritto lo sceicco abbia tratto tale storia. Ma la fatwa n. 23672 di islamweb.net conferma l’usanza di “fra-cosce-mento della bimba”. Da quell’usanza sono derivate altre, “Al-Mulamassa”, ossia “Lo-sfioramento” del pene contro ogni parte del corpo della bimba, e “al-Muqa’ada” ossia “Il-chiappa-mento”, sfregamento del sedere nudo della fidanzata. La stessa fatwa n. 23672 lo permette come una pratica legale nell’Islam.
Mi scuso per la nuova terminologia coniata dal sottoscritto vista la mancanza della lingua italiana in materia così schifosa.
L’Islam non fissa l’età minima della bambina per affrontare il legame del matrimonio. Il Corano, Sura LXV versetto n. 4 recita: “Se avete qualche dubbio a proposito di quelle delle vostre donne che non sperano più nel mestruo, il loro termine sia di tre lunazioni. Lo stesso valga per quelle che non hanno ancora il mestruo..”. Il versetto implicitamente ammette le mogli “vostre donne” bambine, le quali “non hanno ancora il mestruo”.
Le legislazioni attuali di quasi tutti i paesi islamici non prevedono pena per il connubio con bimba d’età superiore a 9 anni (tra l’altro calcolati in base al calendario lunare islamico, in pratica di circa 100 giorni meno del nostro calendario). Perché? Occorre seguire l’esempio del Profeta. Maometto s’accoppiò con Aisha a 9 anni del calendario lunare. Recita la Sura XXXIII versetto n. 21: “Avete nel Messaggero di Allah un bell’esempio per voi, ..”.
Aisha disse una volta alle altre donne del Profeta: Ma come? Non prendete esempio dal “Messaggero di Allah”? (Muslim, n. 6763).
Se qualcuno dice: Maometto era un uomo del suo tempo, rispondo: che profeta è? Doveva modificare le cose, non avvalersi di cattivi consuetudini.
Devo accennare qui ad un fatto taciuto appositamente dai giurisperiti islamici: il termine usato per il connubio.
Il Corano usa la parola “Nikah”, una brutta parola. Il dizionario Arabo-Arabo “al-Wasit” dice: L’uomo “nakah” (v.) la donna equivale a “fotterla” (chiedo scusa). Dunque, “Nikah” significa “coito” (per usare un termine scientifico, corretto). Abbiamo prove dalle parole del profeta. Disse: Allah maledice chi fotte (nakah, v.) la propria mano (ossia chi si masturba).
Nessuno di certo contrae matrimonio con la sua mano! Disse pure: Chi fotte (nakah, v.) la propria mano arriverà nel giorno del Giudizio con la mano stessa incinta (vedere: Al-Baihaqi, Sho’ab al-Iman).
Il verbo in arabo è solo al maschile, non si coniuga al femminile. Questo la dice lunga. Ha lasciato una traccia in Sicilia, i Siciliani solevano usare un termine simile: possedere la donna (non fare l’amore). Fare l’amore nell’Islam non esiste. Il matrimonio quindi nell’islam è meramente un atto sessuale.
Torno all’articolo di Vittorio Feltri che dice: Scandalo.
Indubbiamente le parole dell’onorevole (Santanchè) non sono state tenere, ma dove è scritto che bisogna essere teneri nell’affermare una verità storica?
Io non trovo parole migliori per concludere un articolo.