Convegno senato: donne, islam, libertà. La sfida decisiva

Maurizio Gasparri, Alexandre Del Valle, Armando Manocchia, Francesco Bongiorno, Fabio Massimo Parenti

Credo che la maggioranza dei cittadini italiani ed europei non abbia ancora compreso che le Istituzioni di questo Paese non hanno più potere decisionale e si sono disintegrate nel multilateralismo e nel multiculturalismo.

Oggi le popolazioni europee sono gestite dall’ONU  e dall’OCI, due centri di potere, che emanano le loro direttive attraverso strumenti cosiddetti di «dialogo» e «multilateralismo», e diffondono la governance mondiale.

Queste organizzazioni, strutturate in reti hanno un nome: Dialogo Euro-Arabo, Apcea, Medea, Processo di Barcellona, ISESCO, UNESCO, OSCE, OCSE, Consiglio d’Europa, Unione per il Mediterraneo, Unione Africana Fondazione Anna Lindh, Alleanza delle Civiltà, Parlamento Euro-Mediterraneo (PEM), Parlamento Europeo di vicinato (PEV) e molte altre ancora che sono interconnesse in reti legate ad altre reti designate dagli Stati membri sia dell’UE che dell’OCI.

L’ONU & l’OCI, per intenderci, EURABIA, trasmette le direttive alle reti. Queste le trasmettono alle sottoreti, che a loro volta le diffondono a miriadi di ONG ed ai rappresentanti delle «società civili», quelli che io chiamo “attivisti dell’immigrazione e del multiculturalismo”.
Inoltre, sono nati svariati comitati come la Consulta per l’islam italiano che, sulla scena della politica nazionale e internazionale, coordinano le politiche e le iniziative in campo politico, economico, sociale, religioso, mediatico, educativo e scientifico, sul piano interstatale dei Paesi musulmani e internazionale.

Ed è con questo «think tank», finanziato con i nostri soldi dalla Commissione Europea che le direttive e le opinioni prefabbricate ad uso e consumo degli utili idioti, in base ad agende politiche e culturali, che molto spesso esse stesse ignorano o disapprovano, vengono trasformate in pubblica opinione sui media.

Signore e signori, volevamo creare un’Europa della Nazioni, invece, assistiamo inermi e impotenti, alla creazione di Eurabia, Assistiamo alla trasformazione «di un’Europa delle Nazioni» in una Europa unificata e integrata alle organizzazioni internazionali, come ONU & OCI, le quali promuovono un’ideologia politica ed economica euro-araba, basata su diversi strumenti strategici, politici e culturali, nonché sul multilateralismo. Una politica di concessioni e di appeasement che risponde alla strategia dell’unione delle due rive del Mediterraneo per la costruzione di una nuova civiltà, quella eurabica, e un nuovo continente, Eurabia.

Questo progetto ideologico, promuove il multiculturalismo e l’internazionalismo di una popolazione europea, destinata a trasformarsi in una razza meticcia e a sparire più in fretta di quanto si possa prevedere, in virtù di una immigrazione dal Sud del Mediterraneo incoraggiata, favorita e condizionata da una serie di accordi, di dialoghi e di incontri il cui risultato è scritto nella Dichiarazione Durban 2, e tutto in conformità alla politica dell’OCI riguardo all’emigrazione ed in funzione dell’unione delle due sponde del Mediterraneo. Come se non bastasse, a tutto ciò si è aggiunta l’aggressione alla Libia e l’accensione di focolai per fomentare le ribellioni in tutto il sud del Mediterraneo, al fine di favorire, l’emigrazione di quelle popolazioni verso l’Italia, verso l’Europa.
Questa è l’ottica che motiva Eurabia (Onu e Oci) che, anche se per interessi diversi, entrambe si oppongono ai nazionalismi culturali e  identitari in Europa.

La nozione stessa e la coscienza di una civiltà europea peculiare e specifica, nel corso di millenni, si dissolve, mentre con accanimento, si continuano a combattere le identità culturali europee assimilandole al razzismo. Fin qui il problema.

Ora la soluzione

Occorre ritrovare la forza della ragione. Quella ragione che risiede nella presa di coscienza, che l’Europa è in preda ad una deriva etica, che si alimenta di una concezione materialista e consumista della vita, così com’è prigioniera di una malattia ideologica naufragata nel nichilismo, nel relativismo culturale e nell’islamicamente corretto. Vere e proprie metastasi, come: Buonismo, laicismo, soggettivismo giuridico, autolesionismo, indifferentismo e multiculturalismo hanno portato il cancro e quindi la decadenza della nostra civiltà.
Di fronte a questa realtà, non solo vogliamo, ma dobbiamo dare una risposta forte. Una risposta che sia in grado di risolvere l’insieme dei problemi di fondo. Problemi, che si riassumono nella crisi dei valori, delle regole, dell’identità, della fede, della dignità delle persone e della nostra civiltà.
Ma, la forza della ragione risiede soprattutto nella storica missione di riscattarci sul piano personale e collettivo proclamando uno “movimento d’emergenza etico”, che consideri come prioritaria la riscoperta, l’adesione e la difesa della nostra comune civiltà europea fondata oltre duemila anni fa, sulle radici giudaico-cristiane.
La nostra civiltà è il contesto che rappresenta correttamente la verità storica delle nostre radici, di un modello complessivo di civiltà che, recependo e assimilando ciò che di positivo e costruttivo è insito nel pensiero greco romano, quel pensiero laico e liberale, che ha consentito all’Europa, di emergere come Nazione civile e prospera, custode dello stato di diritto e della democrazia sostanziale, nonché promotrice dello sviluppo economico nell’insieme del mondo.
L’Europa culturale Cristiana è l’essenziale contesto di chiarezza e di certezza del binomio indissolubile di fede e ragione, di libertà e verità, di valori e regole, che tutelano tutte le persone di buona volontà, che sentono forte dentro di sé, la necessità di acquisire una concezione etica della vita, per poter ridefinire qualitativamente l’insieme del proprio modello esistenziale e di progresso, indipendentemente dalla propria fede, dalla propria cultura ed etnia.
Signore e Signori, l’Europa non avrà futuro, soprattutto, se continuerà a crescere come un colosso materiale senz’anima, costretta a navigare a vista perché privi di valori e di identità, dove l’usurocrazia, si serve dell’oligarchia finanziocratica e che dal punto di vista etico e morale, non ha una rotta e nessun punto d’approdo.
Solo riconoscendo e rivalutando le nostre radici culturali, solo riscoprendo la nostra anima giudaico-cristiana potremo affrancarci dalla tirannia economica di un capitalismo usurocratico e disumano che viola i valori non negoziabili che sostanziano l’essenza della nostra umanità. Solo riscoprendo e rivalutando le nostre radici culturali, potremo difenderci dalla tirannia religiosa dei taglia-gola islamisti e dei taglia.-lingua filo-islamisti i quali, annidandosi tra noi, consolidano il proprio potere e quello di Eurabia, strumentalizzando una concezione esclusivamente formale delle nostri leggi, dei nostri diritti e della nostra democrazia.
L’islam non è inscindibile dalla sharia!
Noi di Alleanza per la Libertà intendiamo riaffermare quelle regole poste alla base della civile convivenza che sostanziano l’identità culturale italiana, europea e occidentale.
Regole e leggi che devono valere per gli autoctoni come per gli immigrati, comunitari o extracomunitari, ma, in particolare devono valere per gli “extraumanitari”, neologismo che ho creato per meglio definire quelle teste di straccio di talebani che arrivano da paesi gestiti purtroppo da regimi totalitari.
Questi integralisti, questi fondamentali, questi musulmani radicali, se vogliono restare qui, a casa nostra, necessitano di un progressivo percorso di umanizzazione, di educazione, di civilizzazione e socializzazione, dove l’’inclusione nella nostra società, permetta loro di migliorare le condizioni esistenziali e poter scegliere volontariamente e deliberatamente se integrarsi o meno nella nostra società.

Noi di Alleanza per la Libertà, con la rabbia e l’orgoglio, dobbiamo promuovere una riforma etica della politica e dell’insieme delle Istituzioni, nella consapevolezza che potremo riscattarci solo se saremo in grado di ridefinire qualitativamente il nostro modello di sviluppo e di società. Un società, che mette al centro la persona, la famiglia, la comunità locale e la Nazione, affermando il primato del bene comune e dell’interesse generale, salvaguardando il senso dello Stato e l’interesse nazionale.

Il nostro imperativo categorico, è quello di colmare il baratro esistente tra materialità e spiritualità in un mondo globalizzato soltanto nella dimensione materiale della modernità, ma che è in conflitto sui valori e sulle regole della spiritualità e della modernità, realizzando un’Europa delle Nazioni ed una Umanità di benessere, di giustizia e di pace con tutti e per tutti.

Armando Manocchia