Ci sarà anche David Byrne fra i componenti della Giuria che assegnerà il Leone d’Oro della 68° edizione della Mostra Internazionale di Arte cinematografica di Venezia, che si svolgerà al Lido da mercoledì 31 agosto a sabato 10 settembre.
L’ex frontman dei Talking Heads affiancherà i registi statunitensi Darren Aronofsky (Presidente) e Todd Haynes, i nostri Mario Martone e Alba Rohrwacher, l’artista visiva e regista finlandese Eija-Liisa Astila e il regista e sceneggiatore francese André Techiné.
Ed è proprio insieme ai suoi Talking Heads che il musicista britannico ha cominciato la sua avventura nel mondo del grande schermo: nel 1984 il quartetto è protagonista del film-concerto Stop Making Sense diretto da Jonathan Demme, girato in occasione di tre concerti al Pantages Theatre di Loas Angeles nel corso della tournée che fa seguito alla pubblicazione dell’album Speaking In Tongues.
Un “favore” che Byrne ricambia quattro anni più tardi, componendo la colonna sonora del film Una vedova allegra… ma non troppo del regista statunitense.
Nel mezzo, Byrne dirige e compone la colonna sonora del documentario Îlé Aiyé, e scrive le musiche di un altro film musicale che ha come protagonisti i Talking Heads (e John Goodman), True Stories.
Ma soprattutto, all’inizio del 1998 il musicista britannico si aggiudica un Premio Oscar per la migliore colonna sonora originale per il film L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci, a cui lavora in collaborazione con Ryuichi Sakamoto e Cong Su. E dopo la statuetta, anticipata da un Golden Globe, l’anno successivo arriva anche il Grammy.
In anni più recenti Byrne ha composto la colonna sonora dei film Young Adam di David Mackenzie, con Ewan McGregor, e This Must Be the Place di Paolo Sorrentino, di cui è stato anche interprete al fianco di Sean Penn, presentato in concorso al 64° Festival di Cannes.
Al di fuori del grande schermo, nel 1981 Byrne ha composto, su commissione della danzatrice e coreografa americana Twyla Tharp, le musiche per il balletto The Catherine Wheel, andato in scena in quella stessa stagione al Winter Garden Theathe di Broadway, e diciotto anni dopo il paesaggio sonoro dello spettacolo In Spite of Wishing and Wanting per la compagnia di danza belga Ultima Vez.
Luca Balduzzi