Il testamento politico di un protagonista della storia italiana
Cossiga mi ha detto
Cossiga era il massimo esperto del globo sulle questioni relative all’intelligence e agli 007 di ogni Paese. Subito dopo l’11 settembre si mise in contatto con Feltri. Gli disse che Berlusconi stava per scegliere dei vertici del Sismi e del Sisde disastrosi. Occorreva forzare la mano.
Era disposto Feltri a ospitare dei suoi testi? Feltri disse di sì e affidò a me l’opera di trasformare un meraviglioso enigmatico testo in qualcosa di masticabile per i lettori. Era d’accordo Cossiga? Di più: entusiasta. Lavorammo insieme, e uscì un articolo in cui Franco Mauri (lui!) fucilava come traditori gli altri candidati e promuoveva a pieni voti e con la garanzia di salvezza per l’Italia i generali Nicolò Pollari per il Sismi e Mario Mori per il Sisde.
Cossiga mi invitò a brindare: la nostra accoppiata aveva vinto per il bene dell’Italia. Questa storia portò bene all’Italia, meno bene a me. Ma mi regalò un’amicizia cementata nella pugna (ironia, ma neanche tanto). Da allora ci sentimmo quasi tutti i giorni, scrivemmo insieme, registrammo materiale per un libro biografico traslocando a Lugano o in Toscana per settimane intere. Il libro è mio e le parole sono sue. Sono quelle che ho udito da lui, quelle delle carte da lui tirate fuori dai cassetti.
Renato Farina