30 magg – E’ il presidente della Commissione Jose’ Barroso a richiamare l’attenzione sul debito che raggiungera’ il 132,2% nel 2014, motivo per cui ”non possiamo dire che l’Italia deve rallentare gli sforzi”. quindi continuare col rigore.
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E la UE continua a chiedere RIGORE
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Anche perche’ ”negli ultimi mesi ha perso quote di mercato rispetto alla Francia e manca ancora di competitivita”’. Da qui le raccomandazioni su sburocratizzazione della p.a. e riforma della giustizia civile, che gravano su cittadini e imprese bloccando il potenziale di crescita. Bruxelles chiede poi di completare la riforma del lavoro per incentivare l’ingresso di giovani e donne visto che e’ il Paese con il piu’ alto numero di laureati disoccupati e con uno dei maggiori divari di genere nell’occupazione. Servono quindi servizi di collocamento e aiuti alle donne come asili e doposcuola.
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E anche il sistema scolastico va rivisto, perche’ non risponde alle esigenze del mercato. La Ue chiede poi interventi sulle banche, inefficaci a sostenere l’economia anche a causa del loro ”assetto societario” che va rivisto, e sulle liberalizzazioni. Vanno aperte alla concorrenza le professioni regolamentate, e tutti i settori, dal gas alle infrastrutture tlc e dei trasporti. Infine, va riformato il fisco: una ”struttura complessa che grava su lavoro e capitale” e che va invece spostato su consumi e immobili. ”Affronteremo le raccomandazioni una ad una”, commenta il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, mentre gia’ qualcuno in Europa, cioe’ il commissario all’energia Guenther Oettinger, solleva dubbi sulla stabilita’ dell’ ”Italia ingovernabile”.
Parole da cui Barroso prende subito le distanze, rinnovando la fiducia nel governo Letta: le condizioni per risolvere i problemi ci sono, bisogna solo procedere, ha detto Barroso. E con la promozione sul deficit, si apre ora la partita sui margini di manovra che l’Italia avra’ sulla spesa: ”molto stretti” secondo il commissario agli affari economici Olli Rehn, e gia’ usati in parte (mezzo punto) per pagare i debiti della pa. E’ per questo che come condizione per chiudere la procedura Bruxelles ha voluto la ‘clausola di salvaguardia’ nel rinvio dell’Imu, cioe’ che sara’ ripristinata qualora non si trovasse copertura. E vuole la stessa cosa con futuri provvedimenti come l’eventuale stop all’aumento dell’Iva. Per Saccomanni invece i margini ci sono, nel 2014, ma bisogna contemporaneamente pensare a ridurre il debito. Insomma, un importante tassello e’ stato messo, ma il confronto non termina certo qui. ansa
se non iniziano a tagliare sul serio le spese dello stato, dopo tutto il pesce puzza dalla testa, non credo che dovremo aspettare tanto prima dell’ufficialità del fallimento. non aggiungo altro, tanto non abbiamo nessun potere di cambiare le cose