23 mag. – “Il Nord e’ sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta”. E’ l’allarme lanciato dal presidente degli industriali Giorgio Squinzi, nel corso dell’assemblea pubblica di Confindustria.
Gli strumenti per la risalita “ci sono, serve volonta’ e concretezza che sono certo troveremo nel governo”, ha detto il numero uno di Confindustria. Il fisco italiano e’ punitivo, complicato e iniquo. “I mali fiscali italiani restano intatti. – spiega Squinzi – Abbiamo un fisco punitivo e di intensita’ unica al mondo.
Scoraggia gli investimenti e la crescita. Esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare. Ma non e’ nemmeno il problema piu’ grave, perche’ il fisco italiano e’ anche opaco, complicato e incerto nella norma”. Si tratta si un fisco “tanto complesso da risultare iniquo”. L’obiettivo “deve essere ora uno solo: tornare a crescere.
Domanda e competitivita’ sono le due leve su cui agire per ritrovare la strada della crescita”, spiega Squinzi. “Serve una netta discontinuita’ con le logiche di breve respiro che hanno ispirato molte politiche del passato”, aggiunge. E le imprese sono a fianco del governo: “Sono pronte a supportare l’azione del governo con investimenti e occupazione”. E se questo “sara’ il governo della crescita noi lo sosterremo con tutte le nostre forze”.
ITALIA SOFFOCATA DA DISAGIO SOCIALE
A causa “della forte instabilita’ istituzionale e politica” e della “costante emorragia di posti di lavoro” il Paese si “e’ trovato soffocato in una duplice stretta” e “la tenuta del tessuto sociale e’ messa a dura prova”, ha detto il presidente di Confindustria. “Da un lato ? ha scandito – il disagio sociale ed economico ha alimentato una rabbia diffusa contro la politica e le istituzioni” dall’altro “la politica, invece di rispondere con uno scatto d’orgoglio e rinnovamento, si e’ persa in tatticismi”. Insomma, ha concluso, “abbiamo perso tutti”.
MANCANZA LAVORO MADRE OGNI MALE SOCIALE
La mancanza del lavoro “e’ la madre di ogni male sociale”, sottolinea il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel corso della sua relazione all’assemblea annuale. “Va affrontata – precisa – in maniera strutturale e con equilibrio, intervenendo sul costo, sulla produttivita’ e sulle regole”. Il mercato del lavoro secondo gli industriali va corretto: “e’ troppo vischioso e inefficiente. Occorre garantire piu’ flessibilita’ in ingresso e nell’eta’ del pensionamento, per favorire il ricambio generazionale. Su questi temi gli aggiustamenti sono inutili, in qualche caso dannosi”.
DOBBIAMO FARE UNA NUOVA ITALIA
“Ci aspetta un grande impegno comune: fare una nuova Italia, europea, moderna, aperta, consapevole delle proprie capacita’ e qualita’. Sono certo che non ci mancheranno coraggio e volonta’”, ha detto il presidente di Confindustria. “Abbiamo davanti a noi la necessita’ assoluta di avviare una stagione di cambiamento, di disegnare una nuova traiettoria di sviluppo per un’Italia capace di uscire dalla recessione”, ha aggiunto sottolineando che “l’azione del Governo, che confidiamo abbia davanti a se’ il tempo di attuare le politiche necessarie, deve avere come pilastro portante delle proprie scelte la politica industriale”, perche’, ha spiegato, “produrre significa lavoro, lavoro significa meno precarieta’, migliori tutele, crescita dei salari e della domanda interna”.
L’APPELLO AL GOVERNO: FATE PRESTO, SUBITO RIFORME E LEGGE ELETTORALE
Modernizzare il Paese e fare le riforme “che non sono piu’ rinviabili”. E’ “l’accorato” appello che il presidente di confindustria, Giorgio Squinzi, rivolge al premier Enrico Letta. Tra le riforme Squinzi include quella della legge elettorale: “Ne serve una che assicuri legislature piene e stabilita’ governativa”. Serve una tregua politica “solida”: “dateci stabilita’ politica, una convinta adesione all’Europa, una serie di riforme per uno Stato amico e saremo un grande moltiplicatore della nostra creativita’ e capacita’ di fare industria”. Lo chiede il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel corso dell’assemblea pubblica. “Sul fronte della politica sembra siglata una tregua. – afferma – Non quella solida, di cui l’Italia ha estremo bisogno e della quale confermiamo la necessita’ assoluta’ per affrontare i processi di modernizzazione che porterebbero il Paese fuori della crisi”. .