Grecia, 15000 licenziamenti: protestano gli impiegati del settore pubblico

grecia29 apr – L’austerità è senza fine per Atene. Con una legge fresca di approvazione il parlamento greco ha introdotto nuove misure di rigore in risposta alle richieste avanzate dalla Troika (Ue-Bce-Fmi). Nel mirino del governo è finito il settore pubblico con una riforma che si traduce nella riduzione di 15 mila dipendenti entro la fine del 2014.

Insorgono gli impiegati pubblici chiamati a raccolta dai sindacati di categoria: “Tutti i lavoratori sono costretti a far sentire la propria voce contro queste misure sia qui che nel resto d’Europa” – dice Kostas Tsikrikas, presidente dell’Adedy, il sindacato che raggruppa i dipendenti statali. “Dobbiamo unire le nostre battaglie per riuscire a rovesciare queste politiche.”

Tra le misure approvate ci sono nuove tasse, la liberalizzazione di alcune professioni e l’aumento della giornata lavorativa per gli insegnanti.

“Siamo contrari, hanno aumentato le nostre ore di lavoro e questo porterà solo a una perdita di posti”- spiega Christina Angeloniki, che è una maestra. ” Ed è chiaro che non gioverà né ai docenti né all’istituzione scolastica e soprattutto ai bambini.”

Grida all’incostituzionalità il principale partito di opposizione “Syriza”, della sinistra radicale, che punta il dito sulla procedura d’urgenza difesa con fermezza dal ministro delle Finanze Yannis Stournaras, in vista dell’imminente riunione dell’Eurogruppo che si pronuncerà sui nuovi prestiti alla Grecia. euronews