27 nov – Nel maggio 2010 ha ucciso la figlia 16enne a colpi di scure. La pena decisa in primo grado, 17 anni di reclusione, per un pakistano 53enne residente in Svizzera è stata ora ridotta per scemata imputabilità. Sia l’accusa che la difesa avevano presentato ricorso dopo questo primo verdetto. Il pubblico ministero, che aveva chiesto 20 anni di carcere, aveva parlato di “crimine d’onore”. La difesa si è battuta per una riduzione a 4 anni e mezzo per omicidio passionale.
Ma la Corte Suprema non è stata d’accordo. Nessun delitto d’onore né atto dovuto a differenze culturali. “Qualcuno che ha vissuto 25 anni in Svizzera non può più pretendere di appellarsi alle peculiarità culturali del paese d’origine“, ha detto. La Corte ha descritto il comportamento dell’uomo come “persona senza scrupoli”, sottolineando l’incredibile freddezza.
L’accusato, analfabeta come la moglie, è in Svizzera dal 1985. La famiglia si era vista assegnare nel 2007 un patrocinatore per i quattro figli e nel 2008 anche un assistente famigliare. L’uomo e la vittima avevano un rapporto difficile. La ragazza fumava e aveva un fidanzato, comportamenti che l’uomo non accettava. Tre settimane prima della tragedia, il padre aveva cercato di porre fine a questo tipo di vita da parte dell’adolescente.
Durante una discussione, l’aveva spinta nella vasca, aveva fatto scendere l’acqua corrente e aveva cercato di prendere un asciugacapelli, senza però riuscire ad accendere il dispositivo. Dopo questo incidente, la ragazza si era rifugiata da un amico. Il 10 maggio, lo stesso giorno in cui è stata uccisa, era stata arrestata per una rapina in un negozio. I genitori erano andati a prenderla alla stazione di polizia e l’avevano portata verso casa.
Una volta nell’abitazione, la ragazza aveva cominciato a raccogliere le sue cose per andarsene definitivamente. Il padre aveva invitato la moglie e gli altri figli a uscire in modo da poter parlare con la figlia maggiore. Invece, era uscito sul balcone di casa per prendere la scure e si era nascosto nella camera da letto. Quando la figlia è entrata per prendere i suoi oggetti, le ha inflitto 19 colpi, la maggior parte alla testa. Poi ha appoggiato l’ascia di guerra sul corpo della ragazza, si è lavato le mani e ha lasciato l’appartamento. Ha chiamato la polizia ed ha aspettato gli ufficiali a una fermata dell’autobus.
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