Bus precipitato a Mestre, perizia: “Lo sterzo si è rotto”

Mestre, bus precipita da un cavalcavia

Le perizie hanno anche escluso una qualche responsabilità di Alberto Rizzotto, l’autista che si trovava alla guida del bus

È il sistema dello sterzo del bus a essere sotto accusa per la strage di Mestre del 3 ottobre scorso. È quanto emerge dalle perizie tecniche depositate in procura a Venezia. Una consulenza ha “verificato la rottura del giunto che collega il volante alle ruote“. “Una rottura non derivata da altri urti, ma determinata dal cedimento di un perno del sistema di trasmissione” ha spiegato il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi. Il cedimento del perno avrebbe, quindi, causato l’ingovernabilità e l’impossibilità di frenata del mezzo che è ‘scivolato’, appoggiandosi lungo la barriera ammalorata, finché non ha incontrato il varco da cui poi è caduto giù ribaltandosi provocando 22 morti e 14 feriti. Molte delle vittime erano turisti stranieri.

Da quanto emerge, le perizie hanno escluso una qualche responsabilità di Alberto Rizzotto, l’autista che si trovava alla guida del bus. Non solo non ha avuto un malore alla guida, ma dall’esame del suo cellulare “non ha avuto alcuna distrazione a causa di telefonate, messaggi o notifiche, arrivati al suo smartphone, che avrebbero potuto distoglierlo dal suo lavoro” spiega il procuratore. L’esame del cellulare del conducente si è reso necessario anche perché le due telecamere interne del bus non inquadravano lui, ma solo i passeggeri.

Le indagini non sono ancora formalmente chiuse, ma non si ha notizia di ulteriori indagati oltre ai quattro già noti, ossia i tre funzionari del comune di Venezia Simone Agrondi, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro, e il titolare della compagnia di autobus elettrici, tutti di produzione cinese, Massimo Fiorese.

La condizione delle barriere

Le condizioni delle barriere del cavalcavia di Mestre, risalenti agli anni Settanta, possono aver avuto un loro ruolo nella strage del bus. “Le condizioni delle barriere del cavalcavia di Mestre non erano buone. Per il consulente non erano in grado di sopportare un urto come quello che è avvenuto. Erano usurate e aveva sofferto di una mancata manutenzione” ha dichiarato il procuratore capo di Venezia.  ADNKRONOS

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