La pandemia di Covid-19 può causare “diverse carestie” nel mondo e i Paesi più poveri soffriranno conflitti e fame. A lanciare l’allarme il responsabile delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, Mark Lowcook, chiedendo ulteriori 4,7 miliardi di aiuti da destinare ad un piano di intervento umanitario globale. “A meno che non agiamo ora, dovremmo prepararci ad un aumento significativo di conflitti, fame e povertà. Lo spettro di più carestie incombe. Servono interventi eccezionali”, ha detto Lowcook, sottolineando che sta crescendo il numero di Paesi vulnerabili nel mondo.
A marzo l’Onu aveva già richiesto 2 miliardi di dollari di aiuti per far fronte alla pandemia, di cui finora 900 milioni sono stati sbloccati dai donatori.
Nel frattempo, ai 50 Paesi già classificati come vulnerabili se ne aggiungono altri 9: Benin, Gibuti, Liberia, Mozambico, Sierra Leone Togo, Zimbabwe, Pakistan e Filippine. Ora servono 4,7 miliardi per “proteggere milioni di vite ed evitare i contagi da coronavirus nelle nazioni più fragili” ha insistito il dirigente Onu.
In molti di questi Paesi il picco della pandemia si verificherà non prima di 3 a 6 mesi, ma nel frattempo la loro situazione socio-economica deteriorerà come conseguenza diretta del lockdown, del calo delle cruciali entrate petrolifere e degli investimenti diretti, dell’aumento del debito estero man mano che la loro valuta perde valore mentre gli interventi umanitari sono in parte fermi o ridimensionati a causa della crisi sanitaria globale. AGI.IT