A meno di una settimana dalll’attacco terroristico al quartier generale della polizia a Parigi, il ministro francese della Pubblica Istruzione, Jean-Michel Blanquer, ha annunciato che nel 2018 una dozzina di insegnanti di scuola pubblica è stata segnalata per radicalizzazione islamica.
“Questi sono casi che possono avere intensità variabile. Queste sono vicende che danno origine a una vigilanza da parte nostra “, ha detto Blanquer giovedì durante un’intervista con la radio francese Europa 1. “Ci sono valori da rispettare a scuola e quando non rispettiamo questi valori, quando teniamo discorsi anti-repubblicani, non c’è posto per quegli adulti che educano i bambini”, ha aggiunto il ministro dell’istruzione.
Blanquer ha citato un caso a Torcy, nel sobborgo parigino di Seine-et-Marne, in cui un insegnante e un imam, che gestivanono una moschea privata, avevano fatto “osservazioni anti-repubblicane”. L’insegnante è stato successivamente rimosso dalla sua posizione di insegnante.
Un professore di storia e geografia, che lavora in un college nella stessa famigerata zona vietata (Seine-Saint-Denis) ha parlato di alcuni suoi colleghi che ritiene radicalizzati. “Il personale docente non è immune [dalla radicalizzazione]”, ha detto il professore, aggiungendo che uno dei suoi colleghi musulmani si rifiuta di stringere la mano alle donne.
La radicalizzazione degli studenti è molto più diffusa, con almeno un migliaio di casi di radicalizzazione documentata.
Le autorità francesi sono ora più preoccupate che mai perché sembra che l’Islam radicale stia penetrando in tutti i settori dell’occupazione pubblica nel paese. La settimana scorsa, un dipendente con nulla osta di sicurezza che lavorava nel quartier generale della polizia di Parigi, ha pugnalato a morte quattro dei suoi colleghi. In seguito è stato scoperto che di recente si era convertito all’islam ed aveva legami con organizzazioni islamiche terroristiche.
Nonostante la crescente radicalizzazione tra le forze di polizia, molti ufficiali affermano di essere riluttanti a denunciare colleghi potenzialmente radicalizzati a causa del timore di essere etichettati “islamofobici”.
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