La postilla finale a questo accordo suona di beffa per il nostro paese. Infatti, come si legge sul Corriere della Sera, i ministri dell’interno presenti al summit concordano per l’applicazione del principio di distribuzione “solo i migranti salvati da navi ong o militari”.
Considerando che in Italia, solo nel 2019, solo una piccola parte arriva tramite i mezzi delle Ong o a seguito del soccorso delle navi militari, il summit maltese rischia (come prevedibile) di non attuare alcun cambiamento alla situazione attuale.
Come descritto nei giorni scorsi ad esempio, in questo mese di settembre l’impennata degli sbarchi in territorio italiano si deve soprattutto agli approdi autonomi registrati a Lampedusa od in altre parti del sud Italia, a partire dalle coste crotonesi. Almeno l’80% dei nuovi arrivi si verifica grazie al fenomeno degli sbarchi fantasma. Su questi migranti non si andrebbero ad applicare i principi, già peraltro blandi, previsti dall’accordo stipulato nelle scorse ore a Malta.
La redistribuzione, in termini numerici, si applicherebbe soltanto a qualche gruppo arrivato tramite le navi delle Ong. La famosa promessa francese e tedesca di prendersi carico di almeno il 25% dei migranti che arrivano in Italia, andrebbe ad essere applicata a quella minima percentuale di migranti che non approda in modo autonomo nel nostro paese.
Ma non solo: il principio secondo cui la redistribuzione varrebbe solo per chi viene salvato dalle navi Ong o dalle navi militari, sembra un enorme favore proprio alle organizzazioni non governative.
In attesa del vertice dei ministri dell’Ue dell’8 ottobre prossimo, fissato in Lussemburgo, l’eurobidone di cui parla nei giorni scorsi Fausto Biloslavo sembra pronto per essere lanciato in faccia all’Italia. O, per meglio dire, agli italiani.