Ebola in Congo, 2000 morti. Unicef vuole 126 milioni di dollari

L’epidemia di Ebola in Congo ha ormai raggiunto i tremila casi, ed è il momento di aumentare gli sforzi per mettere fine al problema. Lo afferma il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, che nel fine settimana visiterà le zone colpite insieme al suo omologo dell’Onu Antonio Guterres. Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione, aggiornati al 27 agosto, i casi sono 2997, con 1998 morti e 893 persone guarite. Nelle ultime ore si è alzato l’allarme in Uganda, dopo che una bambina di nove anni è stata trovata positiva al virus da un posto di controllo alla frontiera con il Congo.

In corso nel paese, ricorda l’Oms, ci sono anche epidemie di morbillo, colera e malaria con decine di migliaia di morti. “Lottiamo per un approccio molto più organico – afferma il direttore generale dell’Oms -, e chiediamo alle Ong e ai partner dell’Onu di continuare ad accelerare tutte le attività”.

“Quasi 600 bambini hanno perso la vita a causa dell’epidemia di Ebola nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) su quasi 850 che hanno contratto il virus mortale dall’inizio dell’epidemia nell’agosto 2018”. A ricordarlo, nei giorni in cui si toccano i 3mila casi, è Edouard Beigbeder, Rappresentante Unicef nella Repubblica Democratica del Congo.

“La realtà – dice – è che ora abbiamo bisogno di molto più sostegno internazionale. Le epidemie di ebola necessitano di un livello eccezionale di investimenti rispetto ad altre epidemie, perché richiedono che il 100% dei casi sia curato e che il 100% dei contagiati sia rintracciato e gestito. L’Unicef ha bisogno di 126 milioni di dollari per soddisfare i bisogni dei bambini e delle comunità, immediatamente e nel medio termine. Ad oggi ha finanziamenti solo per il 31% dell’appello”. ansa europa

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