Roma: ragazzino spedito in casa famiglia a tempo record

I Servizi sociali conoscevano la decisione prima che fosse emanata? – Il padre vicino all’ex Giunta Alemanno
ROMA (9 Agosto 2019). Il decreto è stato emesso il 5 agosto e un giorno dopo i Servizi sociali del Municipio V di Roma avevano già trovato una casa famiglia in cui alloggiarlo: capita a un bambino romano, che da qualche mese vive in Umbria con la madre, al centro di una separazione dei genitori piuttosto conflittuale.

«I Servizi sociali asseriscono che la loro sia stata una scelta scrupolosa, che hanno valutato bene la comunità migliore per lui: ma come hanno fatto in così poco tempo?» domanda l’avvocato Francesco Miraglia, che assiste la madre. «Meno di due giorni di tempo non sono certo sufficienti: o sono davvero così tanto scrupolosi al Municipio V? E perché il tribunale è già pronto ad accusare la madre, con cui il ragazzino di dieci anni sta vivendo, di mancata esecuzione dolosa del provvedimento del giudice se non ottempererà in poche ore al provvedimento, obbligandola a tornare a Roma? Perché tanta fretta? Che pressioni hanno avuto? Mi meraviglio di cotanta celerità dimostrata in questo caso dal Tribunale di Roma, dove io stesso ho cause pendenti dall’inizio dell’anno per le quali non è stata ancora emessa sentenza».

Il padre è un personaggio in vista, vicino all’amministrazione romana dell’ex sindaco Gianni Alemanno. «Non esiste urgenza alcuna per assumere tale provvedimento, dal momento che il ragazzino sta bene con la madre. Diversamente da come sta con il padre, che lui non vuole più vedere e che è stato accusato dall’ex moglie di maltrattamenti».

A sentenziare così velocemente è stata la Corte d’Appello, dopo aver rigettato il ricorso presentato dalla donna. «Madre e figlio sono in vacanza, ma le viene intimato di portare subito il figlio in comunità, pronti ad accusarla di mancata esecuzione del provvedimento» prosegue l’avvocato Miraglia, «ma non è lei la “cattiva”, non è lei che il ragazzino non vuole più vedere, non è lei che lo maltratta. Qualcuno, infatti, oltre a scagliarsi contro questa donna che si è allontanata da Roma proprio per garantire la serenità al figlio, si è chiesto come sia questo padre prima di strappare il bambino alla madre e di affidarlo con tanta velocità a una comunità? Per favorire la posizione del padre sono disposti a rendere infelice, allontanandolo da casa, un bambino di dieci anni? Tra l’altro il bambino sta bene, in sostanza è in vacanza, non certo in pericolo di vita!».

Non essendoci quindi tutta questa urgenza, l’avvocato Miraglia ha chiesto del tempo prima che venga reso esecutivo il provvedimento e che il ragazzino venga portato in casa famiglia, così da prepararlo bene a questo cambiamento che sconvolgerà la sua vita: ma ha ottenuto soltanto un secco e ostinato diniego. «Un dispetto crudele sulla pelle di un povero bambino innocente» conclude l’avvocato Miraglia

Avv. Francesco Miraglia